Pomodoro e siccità, in allarme l'industria conserviera

Coldiretti: forniture in calo dal Nord A rischio anche le industrie in regione

Pomodori
Pomodori
di Valerio Iuliano
Domenica 19 Marzo 2023, 09:11 - Ultimo agg. 21 Marzo, 09:32
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La siccità rischia di colpire anche al Sud, in particolare in Campania. Il fenomeno potrebbe coinvolgere l'industria conserviera. Una conseguenza indiretta della mancanza di acqua che si registra in alcune aree del Centro Nord, soprattutto nel bacino della Pianura Padana. La carenza idrica sta determinando un calo della produzione, nelle zone maggiormente colpite dalla siccità, anche per alcuni degli alimenti base della dieta mediterranea, dal grano duro per la pasta alla salsa di pomodoro.

Il rischio paventato da Coldiretti è una riduzione delle forniture alimentari. «L'acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la produzione di cibo e la competitività dell'intero settore alimentare», spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Tra le colture che hanno maggior bisogno di acqua c'è quella del pomodoro. «Il problema esiste per l'agroindustria campana, che trasforma e che compra proprio in quelle zone», aggiungono da Coldiretti.


Le aziende dell'industria conserviera campana manifestano un'evidente inquietudine, in vista della campagna estiva di trasformazione del pomodoro. «Noi lavoriamo a luglio e settembre», spiega Gaetano Torrente, responsabile commerciale di "La Torrente srl", che vanta 600mila quintali di prodotti trasformati ogni anno. «Per la prossima campagna la siccità ci crea preoccupazioni soprattutto perché la produzione sarà più bassa. Questa è la situazione attuale. Contemporaneamente c'è il rischio di un aumento dei prezzi perché i costi dovranno essere spalmati su meno prodotti. Le vendite dei formati catering, destinati al consumo fuori casa, sono ripartite, mentre i formati retail, destinati al consumo domestico, sono ancora un po' lenti rispetto agli anni precedenti. Al supermercato si percepisce una maggiore povertà dei consumatori, che non fanno più scorte. Bisogna tener conto del fatto che l'agroalimentare - conclude Torrente - è il settore trainante, insieme con il turismo, dell'economia campana».

L'industria italiana del pomodoro, specializzata nella produzione di derivati destinati al consumatore finale, è uno dei punti di forza dell'agroalimentare Made in Italy e, oltre a soddisfare il fabbisogno interno (35 chilogrammi pro capite/anno), destina oltre il 50 per cento delle proprie produzioni all'estero sia verso l'Europa (Germania, Francia, Regno Unito) che verso gli altri Paesi (Asia, USA, Giappone, Oceania), con una quota export di oltre 2 miliardi di euro. Prendendo in considerazione le vendite dei derivati del pomodoro, nel 2022, nel canale retail su tutto il territorio nazionale, il prodotto più venduto è la passata (60,7 per cento) seguita dalla polpa (21,6%), dai pelati (11,8%), dai pomodorini (4,2%) e dal concentrato e altri (1,7%). E quelli dell'industria campana, in special modo, sono i numeri più rilevanti, con le 70 aziende del settore - di cui 55 in provincia di Salerno - che vantano un fatturato globale annuo di 2,1 miliardi di euro, di cui 1,5 generati dalle esportazioni. «Generiamo in Campania circa il 50 per cento del fatturato totale del comparto del pomodoro in Italia. Siamo da sempre fortemente orientati verso l'export. Il solo comparto conserviero alimenta circa 12mila contenitori al mese nei porti di Salerno e Napoli». sottolinea Giovanni De Angelis, direttore Anicav, l'associazione nazionale delle industrie conserviere.

«La filiera produttiva della regione vanta numeri da record, superiori anche a quelli della pasta. È un settore sottovalutato, rispetto ai suoi meriti. Gli investimenti sono collocati per lo più nell'area casertana, con 4mila ettari». Sulle possibili conseguenze della siccità sulle forniture alimentari, De Angelis sposta il tiro: «Abbiamo un bacino produttivo collocato per il 60 per cento in Puglia, che è servita da due bacini idrografici. Quella della siccità è una preoccupazione che riguarda il medio periodo. Nel 2023 credo che non dovremmo avere problemi ma si presenteranno sicuramente nei prossimi anni. Bisogna sbrigarsi a realizzare infrastrutture utili a risolvere la questione». Per infrastrutture si intende una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, senza uso di cemento, per conservare l'acqua e distribuirla quando è necessario ai cittadini, all'industria e all'agricoltura.

La capacità attrattiva del territorio regionale viene confermata dal piano di investimenti di 38 milioni di euro annunciato poche settimane fa dal gruppo La Doria, leader nella produzione di conserve di pomodoro, in quattro stabilimenti meridionali, di cui tre in Campania, a Sarno, Fisciano e Angri.
 

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