Sul tavolo del governo c’è una nuova operazione “spalma-crediti”. La possibilità cioè, di detrarre i crediti del superbonus in 10 rate annuali invece della quattro attuali. Una misura già introdotta negli ultimi due anni, ma limitata solo ai crediti trasmessi all’Agenzia delle entrate entro il 31 marzo dello scorso anno. L’intenzione, adesso, sarebbe invece quella di estendere l’intervento anche alle comunicazioni arrivate a partire dal primo aprile.
Bonus mamme, si avrà senza reddito. Escluse le colf. Come fare domanda (e quando può decadere)
La proposta
La proposta è allo studio del governo e, essendo una proroga di una misura in essere, potrebbe non trovare l’opposizione del Tesoro che, invece, fino ad oggi si è sempre detto contrario a qualsiasi ipotesi di modifica delle norme sul 110 per cento.
I beneficiari
Questa misura può essere utilizzata anche dalle imprese che hanno acquisito il credito e non hanno abbastanza spazio fiscale per scontarlo in quattro anni. In quale provvedimento potrebbe essere inserita la misura? Non è ancora deciso. I tempi del resto non sono strettissimi. La norma dovrà arrivare prima della presentazione delle dichiarazioni dei redditi. Difficile che il veicolo possa essere il decreto sul Superbonus appena approvato alla Camera e che è stato trasmesso al Senato. L’esame in commissione partirà martedì.
L’ITER
Il provvedimento, che scade il prossimo 27 febbraio, è già stato calendarizzato in aula a partire dal 20 del mese. Il Tesoro ha bloccato tutte le modifiche al provvedimento che, dunque, rimarrà blindato anche a Palazzo Madama. Alla Camera i tentativi di riallargare le maglie della maxi-agevolazione, con una nuova proroga o quanto meno con un Sal straordinario per i condomini, sono naufragati di fronte alla determinazione del governo, convinto che l’esperienza del 110 per cento sia ormai definitivamente da archiviare. Tra le ire dell’opposizione, in Aula è passato solo un ordine del giorno di Fratelli d’Italia che impegna il governo a valutare l’opportunità di facilitare le famiglie al cui interno si trovano persone con disabilità grave a fare lavori di abbattimento delle barriere architettoniche.
La stretta
Il decreto porta infatti con se anche una stretta - in alcuni casi giudicata eccessiva dagli operatori del settore - sul bonus barriere. Durante il dibattito a Montecitorio una polemica si è aperta per il riconoscimento dello “scudo” dagli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate (valido per chi non conclude i lavori e ottiene il salto di due classi energetiche) soltanto a chi ha optato per lo sconto in fattura. Per chi usa l’ordinaria detrazione dal reddito, la protezione non ci sarà. Ma, a questo punto, potrebbe esserci più tempo per recuperare i crediti.