I piani di rilancio del Sud
​bloccati dalla burocrazia italiana

I piani di rilancio del Sud bloccati dalla burocrazia italiana
di Nando Santonastaso
Martedì 9 Aprile 2019, 09:16 - Ultimo agg. 18:10
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Un percorso a ostacoli, anche quando il traguardo non è nuovo. Burocrazia soprattutto, l'imputata è sempre la stessa. Ma non per tutte le misure varate o annunciate nella legge di Bilancio 2019 in favore del Mezzogiorno la responsabilità è esclusivamente sua. Tra bonus assunzioni, riserva del 34 per cento della spesa ordinaria dei ministeri (e dei player infrastrutturali come Anas e Fs), e Resto al Sud il bilancio del primo trimestre 2019 non è decisamente incoraggiante. Misure in stallo, iter puntualmente complessi e in qualche caso anche male impostati, incognite sugli scenari, per non parlare della sfiducia sulle prospettive economiche, decisiva per chi non sa se conviene assumere disoccupati, giovani o non): il mix è questo e non pare sicuramente molto diverso da quello del recente passato. Ma sembra comunque poca roba di fronte alla madre di tutte le battaglie del governo, almeno per la componente 5 Stelle, il Reddito di cittadinanza. Perché è sul Reddito che sono state investite più risorse di tutte quelle riconducibili - almeno potenzialmente - alle altre misure destinate al Sud. Sette miliardi, tanto per ricordare. Peccato che, a giudicare dalle notizie di queste ore, che le domande presentate nelle regioni meridionali siano inferiori alle previsioni e che dunque si rischia di non spendere le risorse previste. Il che da un lato potrebbe anche essere una buona notizia perché permetterebbe di recuperare parte dei soldi per provvedimenti destinati alla crescita. Ma dall'altro lato l'effetto sarebbe molto preoccupante: una platea più piccola e non concentrata soprattutto nel Sud renderebbe impossibile il rilancio della domanda interna che è uno degli obiettivi dichiarati del provvedimento.

 

BONUS SUD
La legge di Bilancio 2019 ha finanziato la misura che prevede assunzioni agevolate al 100% di giovani e disoccupati del Mezzogiorno per tutto l'anno. Solo che, come è accaduto anche lo scorso anno e in quello precedente, tra il dire e il fare c'è bisogno di tanta pazienza. Fino a pochi giorni fa mancavano infatti le istruzioni di Inps e Anpal (l'Agenzia nazionale per il lavoro) per attivare l'incentivo. L'esonero per chi assume a tempo indeterminato giovani under 35 e disoccupati, che ha sicuramente dato buoni risultati tra il 2016 e il 2017 (ma non al punto da recuperare tutti i 600mila posti di lavoro persi al Sud tra il 2008 e il 2015 a causa della gravissima crisi economica), rimane praticamente in stallo. Se ne accorgono soprattutto i potenziali interessati per i quali, però, piove sul bagnato giacché l'area di recessione che soffia forte sul Paese e l'incertezza politica frenano le possibili richieste di nuove assunzioni da parte delle imprese. Morale: difficile per non dire impossibile che nel 2019 si potranno recuperare i circa 300mila posti che manca ancora all'appello nel sistema produttivo meridionale.
RISERVA DEL 34%
Qui il discorso è più complesso. L'attuale ministro del Mezzogiorno Barbara Lezzi aveva sostenuto a spada tratta l'esigenza di attuare quella che la Svimez ha sempre definito una delle regole imprescindibili per recuperare il divario. Ovvero, destinare ogni anno il 34% della spesa ordinaria per investimenti delle amministrazioni centrali dello Stato, ministeri in testa, al Mezzogiorno. La svolta sembrava possibile anche se, come segnalato proprio dalla Svimez, c'era bisogno di partire nel 2019 con presupposti saldi e chiari: non a caso era stata proposta una commissione di esperti perché si accompagnasse la decisione politica con un'imprescindibile razionalità tecnico-operativa. La commissione non è arrivata e della riserva del 34% nel frattempo sembrano essersi perse ancora una volta le tracce. C'è chi dice che si potrebbe riparlarne con il Def di prossima presentazione: sarà davvero così?
RESTO AL SUD
La decisione di allargare l'incentivo per l'autoimprenditorialità gestito da Invitalia agli under 45 e ai professionisti (in un primo momento la misura era appannaggio solo degli under 29) è rimasta per ora lettera morta. Alle 2.200 nuove imprese per circa 8mila posti di lavoro nate nel 2018 non si sono finora potuti sommare i numeri dell'allargamento della platea perché la norma non è stata ancora riscritta e deve ancora passare al vaglio del Consiglio di Stato. Non prima di fine mese, assicurano da Invitalia, sarà possibile accedere alle nuove opportunità. Quattro mesi di stop che sicuramente verranno recuperati ma che ancora una volta danno l'idea di quanto sia faticoso e persino frustrante ogni percorso diretto al Sud.
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