Uno dei pochi ospedali, quello di Latina, dove è stato avviato il progetto della lanaterapia per reagire alle preoccupazioni e controllare l'ansia. Si distraggono con l'uncinetto anche le donne malate nei reparti di Biella, Bergamo, Torino, Milano e Messina. Vengono realizzati all’uncinetto degli esagoni di colori diversi che verranno uniti e formeranno delle coperte per senzatetto. «Utilizziamo una lana non assorbita dal mercato e che altrimenti verrebbe bruciata o sotterrata e la trasformiamo in un messaggio a scopo solidale – spiega Ivana Apolloni di Gomitolo Rosa, l’associazione nazionale a capo del progetto - Questo materiale scartato dalle mercerie si presta, infatti, alla creazione di oggetti che utilizziamo nel sociale: coperte, sciarpe, mantelle. Lavorare ad un progetto unico aiuta a sentirsi meno soli. L’obiettivo è moltiplicare la nostra presenza e possiamo farlo solo con la complicità dei direttori sanitari degli ospedali, se comprendono il valore del progetto. In questo Latina è all’avanguardia: abbiamo scoperto che uno dei medici, il dottor Fabio Ricci, lavora a maglia. Non abbiamo ancora capito se è un esperto o un principiante, ma vederlo con i ferri ci ha riempito di gioia».
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«Lavoravo a maglia quando i miei figli erano piccoli o quando facevano i compiti, così da dargli compagnia in silenzio – racconta a ilCaffè.tv una delle volontarie dell’associazione di Latinaknitcrochet diretta da Anna Bruno che ha portato al Goretti la lanaterapia - Poi non c’è stato più tempo: lavoravo come insegnante di matematica e tra casa e figli ho dimenticato questa arte.
Quando sono andata in pensione ho ritrovato i numeri in questa tecnica. Bisogna sempre tenere a mente quante catenelle realizzare, quanti passaggi fare. Ha aiutato me e può aiutare le donne che si trovano a dover combattere con un mostro più grande di loro».
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