Tumore ai testicoli (e infertilità) in crescita a causa dei Pfas, pesticidi e derivati della plastica: l'importanza della prevenzione

«Molte forme di inquinamento sono responsabili dell'aumento dei casi di tumori ai testicoli - spiega Carlo Foresta, già professore ordinario di Endocrinologia dell'ateneo padovano - e i dati scientifici ce lo dimostrano»

Tumore ai testicoli (e infertilità) in crescita a causa dei Pfas, pesticidi e derivati della plastica: l'importanza della prevenzione
Tumore ai testicoli (e infertilità) in crescita a causa dei Pfas, pesticidi e derivati della plastica: ​l'importanza della prevenzione
Sabato 13 Aprile 2024, 15:27
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​Tumore ai testicoli e infertilità sono in crescita nel nostro Paese a causa dei Pfas, pesticidi e derivati della plastica, sostanze inquinanti presenti ovunque nei prodotti di uso quotidiano e nell'ambiente, con importanti effetti sulla salute umana. La Fondazione Foresta Onlus e l'Università di Padova da anni lavorano alle conseguenze di queste sostanze.

«Molte forme di inquinamento sono responsabili dell'aumento dei casi di tumori ai testicoli - spiega Carlo Foresta, già professore ordinario di Endocrinologia dell'ateneo padovano - e i dati scientifici ce lo dimostrano. Mi riferisco in particolare a pesticidi, derivati della plastica come ftalati, bisfenoli e soprattutto Pfas.

Recenti dati pubblicati dai colleghi di Vicenza dimostrano come elevate concentrazioni di queste sostanze si associno a un aumento significativo dei tumori al testicolo».

L'aumento dei casi di tumore

Il tumore al testicolo è uno dei primi 5 tumori in termini di frequenza, sul totale delle neoplasie incidenti per fascia di età. Nella fascia 0-49 anni, l'incidenza della neoplasia testicolare in Italia ha subito nell'ultimo anno un aumento del +2,6% secondo i recenti dati dell'Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica. I pericoli legati al deposito di Pfas nei testicoli sono stati al centro di una sessione del XVII convegno 'Obesità, disfunzione erettile, infertilità: un complesso sindromico frequente', che si chiude oggi a Lecce. Foresta ricordato il caso Veneto-Pfas. La regione è «interessata dal più grande inquinamento ambientale da Pfas. E stando ai dati del Registro tumori veneto, negli ultimi vent'anni (1987-2017) l'incidenza del tumore testicolare dal 3,8% è balzata all'8%».

Nonostante questo, rimarca lo specialista, «non si effettuano adeguate campagne di informazione e di screening, a differenza di quanto accade per altri tumori, come ad esempio il tumore del collo dell'utero che ha un'incidenza minore (1 caso ogni 442 soggetti tra 0 e 49 anni) e che, proprio grazie alla continua proposta di screening, ha visto una netta riduzione sino a raggiungere tassi di incidenza di gran lunga inferiori a quelli del tumore del testicolo».

Il caso delle donne

«Va precisato che nella donna i tumori all'apparato riproduttivo stanno diminuendo, mentre quelli dell'uomo aumentano - prosegue Foresta -. E' essenziale far capire anche all'uomo l'importanza della prevenzione, stimolando le politiche di informazione e di screening per queste patologie. L'autopalpazione dei testicoli rappresenta un importantissimo strumento di prevenzione secondaria che tutti gli uomini dovrebbero effettuare all'incirca ogni mese».

«E' noto il grave caso inquinamento da Pfas che ha interessato la regione Veneto per oltre un trentennio, e proprio nei residenti dell'area rossa a massima esposizione - rimarca l'esperto - già 5 anni fa avevamo dimostrato per la prima volta un significativo accumulo di queste sostanze nel testicolo di giovani uomini nati e cresciuti in quelle zone. Questi dati hanno dimostrato la capacità dei Pfas di attraversare la barriera emato-testicolare che normalmente funge da filtro, arrivando fino alle cellule germinali del testicolo, che sono quelle coinvolte nello sviluppo di seminomi e quindi tumori testicolari».

«Inoltre, solo pochi anni dopo avevamo dimostrato la presenza di Pfas anche nel liquido seminale di soggetti esposti, suggerendo come non solo il testicolo, ma anche la prostata e le vescicole seminali, strutture che concorrono nella corretta produzione del liquido seminale stesso, possano essere certamente interessate dalla presenza di Pfas», conclude Foresta.

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