Napoli, festa della Coppa Italia: «Io rapinato dello scooter e salvato da un benefattore»

Napoli, festa della Coppa Italia: «Io rapinato dello scooter e salvato da un benefattore»
di Paolo Barbuto
Venerdì 19 Giugno 2020, 23:00 - Ultimo agg. 20 Giugno, 12:55
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Lunedì ha compiuto 23 anni, mercoledì s’è ritrovato in faccia la pistola di un rapinatore che gli ha preso il motorino, venerdì (ieri) è stato svegliato da una bella notizia: un anonimo benefattore gli ha ricomprato lo scooter.
Salvatore, Sasy, Brocca è diventato famoso perché qualcuno girava un video della città in festa per la vittoria di coppa e ha ripreso la rapina della quale è stato vittima.

Lo scooter gli serviva per un lavoro da rider che avrebbe dovuto iniziare proprio in questa settimana. Quella notte è tornato a casa a Santa Chiara a piedi e disperato; il dolore del suo racconto è stato raccolto la mattina seguente da Gianni Simioli e Francesco Borrelli della Radiazza di Radio Marte: hanno fatto partire un tam tam di solidarietà che in 24 ore ha prodotto un risultato clamoroso.
 


Salvatore, cosa pensa dell’ultima settimana che ha vissuto?
«Mi sento ancora frastornato, mi sembrava di essere finito in un incubo, mi sono ritrovato in un bellissimo sogno, tutto grazie alla Radiazza, tutto per merito di Simioli e Borrelli».

E anche per merito del benefattore anonimo.
«Il grazie più grande, ovviamente va a questa persona che non so chi sia. Mi ha chiamato un assicuratore per avere i miei dati per la polizza, ho provato a chiedere a lui, a corromperlo, ma è stato rigoroso: non ha voluto dirmi chi è che ha deciso di regalarmi lo scooter».

Non ha nemmeno un’idea vaga?
«No, ma quella persona dal cuore grande, ai miei occhi rappresenta l’anima buona di tutta la città. Una Napoli che risponde agli atti vigliacchi e violenti con il cuore, con l’amore».

Ricorda la rapina?
«E chi se la scorda più? Mi hanno accerchiato, mi hanno spinto a terra e mi hanno puntato la pistola in faccia. Io non ho nemmeno tentato di reagire».

Poi cosa è successo?
«Ero a piazza Carlo III ho cercato di andare alla polizia stradale per denunciare, ma era tutto chiuso. Fortunatamente si sono fermate subito un paio di volanti che mi hanno aiutato tantissimo. Avevo paura che con il mio scooter andassero a fare altre rapine».

Com’è tornato a casa?
«A piedi, di notte, impaurito. Non ho voluto disturbare i miei: mamma e papà sicuramente si sarebbero spaventati, mia sorella non volevo che uscisse. Sono tornato pian piano verso il basso dove viviamo».

Poi è venuto fuori il video.
«Quella notte non ho chiuso occhi. La mattina seguente mi ha chiamato l’amico che era con me quella sera: Sasy ci hanno fatto un video mentre ci rapinavano».

E lei che ha pensato?
«Mi sono detto: “che figura di m..” adesso mi prenderanno anche in giro. Invece...».

Invece cosa è successo?
«Che dal primo momento mi sono arrivati centinaia di messaggi di solidarietà. C’erano persone che volevano aprire una colletta per farmi ricomprare lo scooter. Ho scoperto che Napoli è una città capace di stritolarti d’affetto per cancellare un momento brutto».

Il motorino le serve perché lei fa il rider.
«Veramente avrei dovuto iniziare proprio questa settimana. Voglio dare una mano a casa, guadagnare quanto più posso: ci sono volute settimane per preparare la documentazione ed entrare nel giro dei rider, finalmente avrei potuto iniziare con il mio nuovo lavoro, ma mi hanno rapinato il motorino, l’unico mezzo di trasporto di famiglia».

Il resto è storia nota, la Radiazza che racconta la sua vicenda e il benefattore che le regala un nuovo motorino.
«Sì, ma in mezzo a questa storia c’è tanta vita vera, ci sono persone che mi hanno aiutato, che mi hanno sostenuto, che hanno scritto messaggi dei quali non potrò dimenticare nemmeno una parola. Sa che cosa mi è successo? Che Napoli mi ha voluto mostrare la sua faccia più orribile e quella meravigliosa a poche ore di distanza».

Però la faccia “brutta” non viene cancellata.
«Sì, invece.
Perché la gente malvagia è una minoranza rispetto alle tante persone meravigliose. Sono proprio queste ultime che vinceranno, sono gesti come quelli del benefattore misterioso che spiegano cos’è Napoli. Lo scriva grande così: la gente di Napoli è spettacolare».

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