La prof colpita con pallini di gomma dagli studenti (poi promossi): «Mi sono sentita abbandonata sarà la legge a dare loro una lezione»

Parla Maria Cristina Finatti: «Il voto lo ha deciso il consiglio di classe di cui non faccio più parte e l'ho scoperto leggendo i giornali»

La prof colpita con pallini di gomma dagli studenti (poi promossi): «Mi sono sentita abbandonata sarà la legge a dare loro una lezione»
di Lorena Loiacono
Giovedì 22 Giugno 2023, 21:26 - Ultimo agg. 23 Giugno, 08:51
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Professoressa Maria Cristina Finatti, ad ottobre scorso è stata colpita al volto da un pallino sparato da un suo alunno in classe. Oggi il ragazzo e il compagno, che ha filmato tutto, sono stati promossi con 9 in condotta. Che spiegazione si è data?
«Non lo capisco, non riesco a darmi nessuna spiegazione».

Studenti sparano pallini di gomma alla prof e la deridono sui social, ma vengono ugualmente promossi con 9 in condotta


Se lo aspettava?
«No.

Assolutamente. Ma del resto non mi aspettavo neanche che potesse accadere in aula, mentre facevo lezione, quello che invece è accaduto».


Come ha saputo di quel 9?
«Dai giornali, nessuno a scuola mi ha avvisato. Per la privacy i singoli voti non si pubblicano».


Come è uscito fuori quel bel voto di condotta?
«È il consiglio di classe a decidere, di cui io non faccio più parte: sono in un’altra classe. Evidentemente i docenti hanno ritenuto giusto assegnare quel 9».


Non è una mancanza di rispetto nei suoi confronti?
«Che le posso dire? Io mi sono allontanata un po’ da tutti. Di sicuro mi sono sentita molto sola, praticamente abbandonata».


Lei avrebbe messo quel 9?
«No, sarei stata sicuramente più severa. Non si può mettere quel voto nello stesso anno scolastico in cui è avvenuto il fatto. Hanno tenuto conto del rendimento nelle materie: è giusto, ma la condotta no. In altri casi è andata diversamente».


 

Cioè?
«Purtroppo non è la prima volta che accadono fatti simili. Ci sono scuole che sono state ben più severe con i responsabili».


Serviva una lezione?
«Sì. Sa perché? Per far capire a quei ragazzi, così giovani, che hanno sbagliato. Altrimenti li autorizziamo a credere che non ci sia niente di male. Abbiamo visto dove si arriva con gesti fuori controllo filmati al cellulare».


Si riferisce al caso di Roma, dove ha perso la vita un bambino con uno youtuber alla guida di una Lamborghini?
«Sì. Nel mio caso non ci sono state conseguenze ma i miei alunni hanno filmato tutto per metterlo online. Io non ho mai pensato che quei pallini fossero rivolti a me per qualche motivo personale. Era da poco iniziato l’anno quindi non c’era alcun motivo. L’importante era farlo girare sulla Rete».


Era quello l’intento?
«Penso proprio di sì. Fosse per me farei sparire quei cellulari dalle mani dei ragazzi. Non si rendono conto che per guadagnare followers rischiano di rovinarsi. Sono molto preoccupata».


Della tendenza giovanile?
«Sono un’insegnante. Ci rimango male quando accadono queste cose, a scuola, a casa, nella vita di tutti i giorni. Qualcuno deve far capire ai ragazzi che la vita non è un gioco con cui fare il video da mettere online».


Lei si è accorta che le stavano facendo un video?
«No, non potevo accorgermi di nulla perché in quel momento stavo facendo lezione. Come avrei potuto pensare ad una cosa del genere? Stavo spiegando scienze della Terra. Non sapevo assolutamente cosa avessero in mente. C’era comunque un clima che non andava bene».


Ha parlato con loro?
«No, ho cambiato classe e non li ho più visti. Posso dire però che presi singolarmente sono diversi, rispetto a quando sono in gruppo. Non ho mai visto neanche i genitori».


Con i suoi nuovi alunni ne ha parlato?
«Sono stata io a dire loro di dimenticare quanto accaduto. Loro non avevano nulla a che fare con quel brutto episodio».


Ora che cosa succederà?
«Io vado avanti per la mia strada, con gli avvocati. Ho denunciato tutto e non torno indietro. Se la scuola non ha preso provvedimenti, spero che la legge lo faccia. Spero venga fatta giustizia, se c’è. E’ l’unico modo per far sì che si rendano conto di quello che hanno fatto».
 

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