Maxitruffa all'Unione Europea sui fondi agricoli, arrestati 24 tra funzionari Regione Sicilia e imprenditori

Maxitruffa all'Unione Europea sui fondi agricoli, arrestati 24 tra funzionari Regione Sicilia e imprenditori
Mercoledì 4 Marzo 2020, 07:34 - Ultimo agg. 07:38
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Ventiquattro tra funzionari della Regione Sicilia e imprenditori sono stati colpiti da misure cautelari per associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, falso in atto pubblico, rivelazione di segreto d'ufficio, soppressione e occultamento di atti pubblici nel quadro di un'indagine della Procura di Palermo.

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L'indagine si è concentrata sull'iter di concessione di finanziamenti pubblici in agricoltura nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale Sicilia 2007/2013 e 2014/2020 che ruotano intorno all'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura della Regione Sicilia, ente che deve valutare l'ammissibilità delle istanze volte ad ottenere i finanziamenti europei e nazionali. Dalle attività svolte, sono nati due filoni di indagine: il primo relativo sulla percezione indebita di finanziamenti pubblici, il secondo, sull'operato dei funzionari pubblici che avrebbero dovuto controllare i requisiti e l'attribuzione dei punteggi per l'ammissione al contributo delle domande di finanziamento.

Le attività investigative, svolte anche con l'ausilio di intercettazioni telefoniche e servizi di appostamento e pedinamento, nonché sfruttando i canali della cooperazione internazionale di polizia, e che all'alba di oggi hanno portato all'emissione di 24 misure cautelari, «hanno consentito di accertare l'esistenza di una spregiudicata consorteria criminale».
Ne sono convinti gli inquirenti. Secondo la Procura di Palermo la consorteria sarebbe stata «ideata, promossa e diretta dai fratelli imprenditori Di Liberto, finalizzata all'ottenimento, in modo illecito, di rilevanti finanziamenti pubblici concessi dalla Regione Siciliana e alla perpetrazione di reati di falso, con la connivenza di professionisti» e «di Filippo Cangialosi, funzionario istruttore presso l'I.P.A. di Palermo». I fratelli Di Liberto «anche mediante fatture false, sono riusciti a incassare indebitamente non solo le erogazioni afferenti alle domande di finanziamento, ma, nel mese di dicembre 2019, anche la prima tranche di una terza domanda di finanziamento, presentata sempre a nome della Di Liberto S.r.l. a valere sulla misura 4.2 del PSR Sicilia 2014/2020, per un ammontare complessivo di circa 2,5 milioni di euro».


 
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