A Mesenzana, in provincia di Varese, si è consumata questa mattina l'ennesima tragedia in famiglia. Sono stati uccisi nel sonno con diversi fendenti al torace Giada e Alessio Rossin, 13 e 7 anni, sferrati con un coltello da cucina dal loro padre Andrea Rossin, 44 anni, che con la stessa arma si è tolto la vita. È quanto emerso dai primi accertamenti medico legali svolti nella villetta bifamiliare di Mesenzana. La compagna dell'uomo, Luana, da circa due settimane si era trasferita a casa della mamma, a Brissago ( Varese), perché tra i due la relazione era giunta al termine. La donna resta ricoverata in ospedale, sotto choc.
Stamattina era andata a riprendere i figli nella casa di via Pezza, lasciati ieri sera con il padre.
IL PROFILO - Rossin «soffriva da tempo di problemi psichiatrici e non accettava la separazione dalla moglie, che tormentava»: emerge dai primi approfondimenti investigativi effettuati dalla Procura di Varese, resi noti dal procuratore della Repubblica Daniela Borgonovo. Non è ancora stato reso noto se l'uomo fosse in cura presso qualche struttura.
La mamma colta da malore
La mamma delle due piccole vittime, trasportata in pronto soccorso a Cittiglio perché colta da malore, verrà ascoltata dagli inquirenti per poter ricostruire le ultime ore di vita dei figli e comprendere se ci fossero eventuali tensioni pregresse tra lei e l'ex marito. Entrambe i figli della donna frequentavano la stessa scuola, a poche centinaia di metri dall'abitazione dove hanno trovato la morte.
«Non ho parole, non avevo idea, siamo sconcertati, era da un pò che non ci vedevamo ma lui era felice, sorridente». Sono le parole all'ANSA della cugina di Andrea Rossin. La donna, che vive nel Veronese, non vedeva Rossin da quasi due anni. «Non sapevo che si stessero separando, chissà cosa gli è saltato in testa», ha proseguito, «veniva a trovarci per qualche giorno, poi andava dai parenti di Padova». Il Covid ha però allentato i rapporti. «Da piccolina giocavamo insieme, io andavo spesso da lui, era un uomo solare».
«Sono senza parole. Non ci sono commenti di fronte a tali tragedie. Si può solo pregare», dice don Michele Ravizza, parroco di Mesenzana. «Conoscevo i due figli e la madre, un pò meno il padre», dice contattato dall'Adnkronos. Il paese, poco più di mille abitanti, «è attonito. Di fronte a tragedie simili non ci sono supposizioni, idee o parole».