Come è difficile da imitare ​la rivoluzione del Mancio

Come è difficile da imitare la rivoluzione del Mancio
Mercoledì 15 Settembre 2021, 08:00
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Gentile Direttore,
il grande successo della Nazionale di calcio agli Europei, oltre al fatto di essere una squadra compatta con notevole valore tecnico e motivazionale, sta a mio avviso anche nell’innovazione che ha implementato il ct Mancini nella sua tattica di gioco. Una compagine dove per la prima volta non ci sono state distinzioni tra giocatori titolari e riserve. La sua forza è anche nella capacità di far sentire tutti titolari, parte di un progetto, motivati da grande passione. Lo dimostrano ben 25 giocatori scesi in campo agli Europei su 26 (es. Raspadori, Cristante e Sirigu). Una tattica che Mancini sperimenta anche nelle partite di qualificazione ai mondiali di calcio del Qatar. D’altronde cavallo vincente non si cambia!

Almerico Pagano
Scafati

Caro Almerico,
Arrigo Sacchi, grande mentore del calcio spettacolo senza troppi fronzoli e furbizie tattiche, durante gli Europei ha speso parole di ammirazione per il ciclo della Nazionale di Roberto Mancini. Più che l’aspetto di campo, di cui non sono sufficientemente competente essendo accecato dal tifo, mi colpì soprattutto la rivoluzione nell’atteggiamento.

Mai una lamentela, mai dare la colpa agli altri, all’arbitro o alla cattiva sorte. Insomma niente italico «chiagni e fotti». E dire poi che Mancini da giocatore con gli arbitri era un continuo battibeccare. Ma si matura tutti, per fortuna. Lo stesso Sacchi però, nel commentare le prime partite di campionato, ha messo in rilievo come la lezione azzurra di Mancini non abbia poi trovato così tanti adepti nel campionato. In particolare riferendosi a Napoli-Juventus ha scritto: «Mi sembrava una partita degli anni Settanta». Chiaro era il riferimento alla Juventus, venuta al Maradona a proporre un catenaccio che a confronto il paron Rocco sarebbe apparso come un allenatore del calcio totale olandese. E non è forse un caso che le squadre italiane, bianconeri in testa, stentino così tanto nelle coppe europee per club, nonostante lo svantaggio economico rispetto a spagnole, inglesi e arabi di Francia. 

Federico Monga

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