Quel derby dei veleni che fa male alla salute

Quel derby dei veleni che fa male alla salute
Martedì 8 Giugno 2021, 23:55
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Gentile Direttore, il termine Terra dei Fuochi apparve per la prima volta nel 2003, quando fu usata nel Rapporto Ecomafie, di quell’anno, curato da Legambiente, utilizzato, successivamente, per denigrare il territorio campano, le sue popolazioni e, soprattutto, i suoi prodotti alimentari distruggendo l’economia. Più attenti studi e ricerche effettuate dai tecnici del Ministero Ambiente, Sogesid hanno dimostrato che il fenomeno è molto limitato e che solo una piccolissima percentuale del territorio presenta fenomeni di inquinamento. Su 50.000 ettari di terreni analizzati sono risultati inquinati solo lo 0,03%. In pratica, è più inquinata Brescia (la città col più alto tasso tumorale) rispetto alla Campania.

Adriano Pistilli
Napoli

Caro Adriano, purtroppo, nell’era della comunicazione spiccia, «Terra dei Fuochi» è diventato un marchio. Una sineddoche degli stereotipi, una parte per qualsiasi territorio inquinato. Però bisogna essere precisi e non confondere i piani.

La mini-porzione di Campania a cui lei fa riferimento, lo 0,003 per cento, si riferisce a quei terreni dove sono stati riscontrati inquinamenti nelle falde acquifere a causa del sotterramento di veleni anche e soprattutto dal Nord con la complicità della camorra e di qualche scellerato cittadino che sperava di lucrare un po’ di denaro senza correre rischi per la salute sua e dei suoi vicini. Il marchio Terra dei Fuochi, però, è stato esteso a tutta quell’area a intensa conurbazione tra Napoli e Caserta dove, purtroppo, continuano i roghi abusivi di gomme, pellami, scarti di fabbricazione. In questa zona, molto più ampia dello 0,003%, i terreni non saranno avvelenati ma l’aria certo non è salubre. E a nulla ci consola che a Brescia, a causa della concentrazione di fabbriche, ci sia un tasso di tumori più elevato. Occorre uscire da questo derby dei veleni. Senza cadere nel luogo comune, ma nemmeno senza sottovalutare un problema che è ancora molto lontano da risolvere.

Federico Monga

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