Se la pace subito non è un obiettivo comune

Se la pace subito non è un obiettivo comune
Lunedì 4 Aprile 2022, 00:00 - Ultimo agg. 09:30
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Gentile Direttore, chi fermerà la guerra? Potrà un’azione di un solo personaggio mondiale fermare il conflitto scatenato dalla Russia in Ucraina? Si era detto che l’Unione Europea voleva utilizzare l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel per una mediazione. Che fine ha fatto questa bella idea? Ora si pensa che l’azione del presidente turco Erdogan, che sta già ospitando i negoziati tra Russia ed Ucraina, possa servire a qualcosa: ha chiesto a Putin di incontrare il presidente Zelensky. E gli oligarchi come Abramovic, che stavano per essere ucciso? E ora anche Papa Francesco sembra disposto ad andare a Kiev per convincere Putin a fermarsi. Chi fermerà la guerra. Le diplomazie sembrano per ora deboli e i vari Paesi occidentali intanto riempiono di armi l’Ucraina.

Severino Malanga

Caro Severino,

alla sua domanda è difficile dare una risposta. Troppe le variabili. La capacità, tanto per fare un esempio, di resistere dei due eserciti e dei due popoli. Alle bombe gli ucraini, alla pressione psicologica e alle sanzioni economiche i russi.

La domanda da farsi adesso è su chi tra gli attori extra bellici non tanto chi vuole la pace. Tutti, ci mancherebbe. Ma quando vogliono che il conflitto finisca. E qui nel fronte occidentale gli interessi e gli obiettivi geopolitici paiono se non dividersi almeno allontanarsi. I paesi dell’Unione europea, da quelli confinanti dell’Est a quelli del Sud, hanno come obiettivo la pace prima possibile. La fine del conflitto significherebbe far tornare le forniture e i prezzi di gas e petrolio alle quantità e ai valori di qualche mese fa. Le economie che dipendono dall’import dell’energia di Mosca si stanno chiedendo per quanto tempo si potrà andare avanti così. E la risposta è semplice: poco. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna invece, più lontani fisicamente dal conflitto, appaiono voler allungare il conflitto con lo scopo di fiaccare il più possibile il regime di Putin. Così però la pace diventa, ancora, se possibile più difficile. 

Federico Monga

 

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