Questo non è un episodio di Grey's Anatomy, né il vecchio consiglio di un genitore preoccupato: è scienza, e la scienza difficilmente si sbaglia. Il melanoma, - e lo sa bene Paolo Ascierto, oncologo e ricecatore italiano- nell’ultimo decennio ha raggiunto i 100.000 nuovi casi l’anno. È un tumore che deriva dalla trasformazione tumorale dei melanociti, alcune delle cellule che formano la pelle. Rappresenta rappresenta il 9 per cento dei tumori giovanili negli uomini e il 7 per cento nelle donne. I dati sono preoccupanti, e la prevenzione è ancora poca.
Ascierto interviene su Facebook al riguardo, con il tono un po' rassegnato di chi sa che le cose difficilmente cambiano, ma con la fiducia necessaria nelle capacità dell'uomo di sopravvire. Guradando una foto pubblicata da Victoria De Angelis e Thomas Raggi, bassista e chitarrista dei Maneskin, evidentemente bruciati dal sole, divertiti e inconsapevoli dei ricsc che corrono, scrive: «Mi fa rabbia guardare questa foto perché vuol dire che tutti i messaggi che oramai da anni noi oncologi della pelle ci affanniamo a lanciare non sono serviti a nulla se ancora non si è capito che il sole preso male può fare molto male alla nostra salute».
L'esposizione non protetta ai raggi Uva e Uvb danneggia il Dna delle cellule della pelle, producendo difetti genetici o mutazioni che possono portare a cancro della pelle e l'invecchiamento precoce.
Il Professor Paolo Ascierto è il direttore dell'unità di Melanoma e Immunoterapia Oncologica e Terapia Innovativa della stessa istituzione. È revisore scientifico attivo per diverse riviste internazionali, tra cui JCO, Lancet Oncology e Clinical Cancer Research , oltre ad essere l'editor-in-chief della sezione Combination Strategies del Journal of Translational Medicine e redattore capo di sezione di Expert Reviews of Immunology Vaccines and Informatics. Una figura di spicco nel panorama medico dei nostri anni, che, sfruttando il più potente mezzo di comunicazione che abbiamo, si fa portavoce di un male comune e invita tutti noi a partecipare alla sua battaglia.
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