Dopo l'attacco di Makiivka, in Russia esplode la protesta dei nazionalisti e la rabbia verso i generali. Le forze armate ucraine hanno infatti inferto un durissimo colpo al nemico con l'attacco missilistico contro la base russa nel Donbass che ha provocato una strage. Per Kiev sarebbero 400 i soldati uccisi. E in un raro annuncio che ha fatto seguito alle critiche dei corrispondenti di guerra russi, il ministero della Difesa di Mosca ha ammesso che 63 militari russi sono stati uccisi nell'esplosione di «quattro missili» a Makiivka. Si è dunque trattato di una delle maggiori perdite in una singola operazione da quando è iniziata la guerra, uno degli episodi più letali per le forze russe. E questo ha scatenato le reazioni dei nazionalisti.
La protesta in Russia
L'esercito russo solo in rarissime occasioni ha dato una valutazione della sua offensiva o ha comunicato le sue perdite.
Anche un noto blogger militare russo, a cui il presidente Vladimir Putin ha conferito personalmente al Cremlino il 20 dicembre il riconoscimento dell'Ordine del coraggio, ha espresso dubbi sul bilancio ufficiale delle vittime della caserma russa a Makiivka. Semyon Pegov ha pubblicato un video di cinque minuti sul suo canale Telegram discutendo di quella che ha definito la «tragedia di Makiivka». «Nonostante la dichiarazione ufficiale del Ministero della Difesa, il numero esatto delle vittime è ancora sconosciuto» ha detto Pegov nel video. «In questo momento si sta cercando ancora sotto le macerie. E sfortunatamente il numero delle vittime causate dal lancio di Himars sia dei militari appena mobilitati che di quelli in servizio, inclusa la Guardia Nazionale, potrebbe essere maggiore».