Acqua, debiti milionari: in tribunale Gori vince contro l'ex partecipata

L'Asan dovrà pagare 1,5 milioni dopo 15 anni di contenzioso

La sede della società idrica
La sede della società idrica
di Dario Sautto
Lunedì 20 Marzo 2023, 08:52 - Ultimo agg. 21 Marzo, 07:27
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Un contenzioso lungo quindici anni e un milione e mezzo di nuovi debiti per l'ex partecipata. Venerdì, il tribunale civile di Torre Annunziata (giudice Immacolata Cesarano) ha respinto l'ennesimo ricorso presentato dall'Asam (Azienda speciale servizi idrici integrati), partecipata del Comune di Castellammare di Stabia che ha si è occupata della gestione delle risorse idriche fino al 2008, che ora dovrà pagare circa un milione e mezzo di euro alla Gori nonostante sia stata dismessa.

Un vero e proprio pasticcio tutto stabiese, fatto di mancate comunicazioni, sovrapposizione di competenze e pagamenti mai effettuati che a distanza di nove anni dall'ultimo decreto ingiuntivo emesso dal tribunale civile di Torre Annunziata, ora tornano di attualità con la sentenza che stabilisce la correttezza di quegli atti. Un decreto ingiuntivo arrivato dopo il riconoscimento, da parte di Asam, di un debito con Gori che ammonta a un milione e 468mila euro, in seguito a un accordo arrivato dopo l'iniziale richiesta della società con sede ad Ercolano che aveva chiesto ben cinque milioni di euro perché «illegittimamente privata, per oltre cinque anni, dei diritti e dei proventi derivanti dalla gestione del servizio idrico».

Tutto ruotava attorno a presunti crediti vantati dalla stessa Asam nei confronti di Gori per l'occupazione «illegittima» della sede stabiese di via Suppezzo. Dopo trattative e incontri, l'accordo sancito tra le due società si era chiuso poco sotto il milione e mezzo di euro. Dal 2014 però, Asam non avrebbe mai regolato i conti con Gori. Anzi, assistita dall'avvocato Salvatore Mascolo (che in passato aveva anche ricoperto alcuni incarichi nell'altra partecipata Multiservizi), Asam aveva chiesto la revoca di quel decreto ingiuntivo, che dunque è rimasto sospeso per nove anni.

Fino alla sentenza di venerdì, che ha sancito la correttezza dell'iter e condannato l'azienda speciale anche alle spese in favore di Gori, che era rappresentata dagli avvocati Mariano Russo e Massimo Rubino de Ritis. L'Asam, commissariata, dismessa e praticamente inattiva ormai da quasi dieci anni, era finita in liquidazione. Nel corso degli anni, l'azienda speciale ha accumulato debiti per 16 milioni di euro, che inizialmente pesavano sul bilancio del Comune di Castellammare, prima di essere esclusi nel periodo in cui Palazzo Farnese ha fatto i conti con il dissesto finanziario.

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Una decisione, quella di escludere quei debiti, che era stata confermata dalla Corte dei Conti e dal Tar. A quei 16 milioni potrebbero aggiungersi, adesso, anche il milione e mezzo vantati dalla Gori, che gestisce i servizi idrici anche a Castellammare da ormai quindici anni, nonostante inizialmente Asam non volle stipulare gli accordi con la società di Ercolano, avviando una battaglia legale poi risultata inutile e dispendiosa per l'azienda speciale.

Infatti, con il passaggio a Gori già a partire dal dal 2002 il Comune di Castellammare doveva definire «il dettaglio delle modalità di trasferimento», cosa mai avvenuta e deliberata dall'Ente Sarnese-Vesuviano viste le mancate comunicazioni di Asam e Palazzo Farnese. Una gestione che, negli anni scorsi, portò anche una ventina di politici tra cui diversi ex sindaci a giudizio dinanzi alla Corte dei Conti per un presunto danno erariale causato alle casse del Comune per un ammontare di circa 7 milioni di euro. Secondo l'accusa, la colpa dei politici fu quella di non controllare i bilanci di Asam e di approvarli in consiglio comunale nonostante fossero costantemente in rosso. Le loro deduzioni, però, portarono alla chiusura del procedimento.
 

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