Angela Brandi, i medici che l'hanno curata e dimessa devono rispondere di omicidio colposo

C'è l’autopsia sulla 24enne morta dopo una diagnosi di varici al setto nasale

Angela Brandi
Angela Brandi
di Gennaro Del Giudice
Venerdì 27 Gennaio 2023, 00:00
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Sono accusati di omicidio colposo per la morte della 24enne Angela Brandi due medici in servizio al pronto soccorso dell’ospedale “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. Ipotesi di reato formulata dalla Procura della Repubblica di Napoli - sostituto procuratore Giuseppe Tittaferrante, VI sezione lavoro e colpe professionali - che ieri ha iscritto nel registro degli indagati i due sanitari. Uno residente a Napoli, l’altro puteolano, martedì erano in servizio al turno pomeridiano (dalle 14 alle 20) quando la ragazza è arrivata accompagnata dal suo datore di lavoro raccontando ai sanitari – secondo quanto denunciato dal padre ai carabinieri - di vomitare sangue e di sentire una forte oppressione al petto. Valutata al triage da codice verde e visitata dallo specialista in otorinolaringoiatria, Angela è stata curata per varici al setto nasale e poi dimessa dal medico del pronto soccorso dove poi è stata riaccompagnata due ore dopo, in seguito all’aggravarsi degli stessi sintomi e già in arresto cardiaco.

Ed è proprio su questi passaggi, a partire dalla valutazione avuta al triage del pronto soccorso e fino all’operato dei due professionisti - che vantano anni di esperienza - che si stanno focalizzando le attenzioni degli inquirenti, anche alla luce di quanto denunciato ai carabinieri dal padre della ragazza e del racconto fornito dalla zia. La donna, presente nel box del pronto soccorso, avrebbe infatti chiesto più volte ai medici di approfondire gli esami in quanto preoccupata dalle condizioni di salute della nipote ricevendo in cambio rassicurazioni.

Si trattava realmente di varici nasali? Perché non le hanno fatto un elettrocardiogramma nonostante accusasse dolore al petto? Cosa è successo in quelle due ore tra la prima dimissione e il ritorno in ospedale in arresto cardiaco? È quanto si chiedono, disperati, i genitori della ragazza, assistiti dall’avvocato Tommaso Pellegrino che ieri ha nominato i consulenti di parte in vista dell’esame autoptico. «Confidiamo nella Procura affinché si faccia chiarezza qualora ci siano eventuali colpevoli», ha spiegato il legale: «Il racconto della zia fotografa appieno quanto è avvenuto e siamo dell’idea, sulla base delle informazioni in nostro possesso, che l’emorragia sia partita dallo stomaco.

Ci poniamo anche noi diversi interrogativi, in primis perché non siano stati effettuati degli esami strumentali. Siamo vicini alla famiglia e siamo pronti a combattere in ogni sede», dice Pellegrino.

Le prime risposte sono attese per domani quando sulla salma della giovane panettiera di Giugliano sarà effettuata l’autopsia, prevista a partire dalle 10 presso il centro di medicina legale del II Policlinico di Napoli, che servirà a stabilire l’ora esatta del decesso ma soprattutto le cause che hanno provocato l’arresto cardiaco. Sequestrata la cartella clinica della 24enne, al vaglio ci sono anche gli esami ematochimici a cui è stata sottoposta durante le manovre rianimative (quando è giunta in arresto cardiaco) da cui sarebbero emersi dei valori legati alle piastrine nettamente inferiori al valore soglia e che potrebbero far ipotizzare a una problematica di carattere coagulativo. 

Ulteriori chiarimenti dovranno arrivare anche dal personale sanitario in servizio nel turno pomeridiano di martedì, ovvero coloro che hanno preso in carico Angela e che l’hanno vista tornare moribonda e poi soccorsa dai colleghi subentrati nel cambio di turno. Questi ultimi, che al momento risultano estranei ai fatti contestati nell’inchiesta, nulla hanno potuto per salvare la ragazza giunta all’ospedale priva di sensi e ricoperta di sangue. Dopo averla prelevata dall’auto della zia, l’hanno condotta nel reparto d’urgenza attivando tutte le manovre di pronto soccorso. Chiede giustizia anche Vincenzo, il fratello minore di Angela, che non riesce a darsi pace: «Non ricordo nemmeno quando l’ho vista e sentita l’ultima volta, ricordo solo di essere andato all’ospedale la sera e dopo tre ore l’ho vista già morta. Mia sorella deve avere giustizia, non è giusto che una ragazza piena di sogni, così bella e piena di gioia debba morire. Io voglio mia sorella ancora accanto a me, non è possibile che sia successo tutto questo».

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