Angela Celentano, cresce l'attesa per il Dna ma la mamma è sicura: «È lei, è mia figlia»

In Italia i campioni biologici da cui ricavare il Dna per verificare la pista sudamericana

Angela Celentano, cresce l'attesa per il Dna
Angela Celentano, cresce l'attesa per il Dna
di Dario Sautto
Martedì 14 Febbraio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 15 Febbraio, 07:10
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Sono arrivati in Italia i campioni biologici da cui ricavare il Dna che servirà a verificare la consistenza della cosiddetta pista sudamericana: per sapere cioè se davvero la 31enne individuata in Venezuela sia davvero quella bambina scomparsa sul Faito quando di anni ne aveva tre. Un'ultima flebile speranza di poter ritrovare Angela Celentano è legata alla prova genetica, in questa storia che continua ad avere tante ombre e pochissime luci, che si dipana in un tunnel lungo quasi ventisette anni e in cui le domande senza risposta restano tantissime. «Tra pochi giorni conosceremo i risultati degli esami e poi dovremo valutare come comunicarli» spiega l'avvocato Luigi Ferrandino, che segue Catello e Maria, i genitori di Angela Celentano, scomparsa nel nulla il 10 agosto del 1996 sul monte Faito, a Vico Equense, e mai più ritrovata. Una nuova pista che ha portato le indagini forensi fino in Venezuela e poi in nord Europa. La ragazza su cui si sono concentrate le attenzioni ha 31 anni ed è un volto noto nel Paese sudamericano, poiché lavora nel mondo della moda ed è figlia di un uomo d'affari ed ex diplomatico impegnato in politica. «Quando ha visto la fotografia, Maria ha detto piangendo: è lei, mia figlia» spiega l'avvocato Ferrandino: «È stato emozionante». E Rosa e Noemi, le sorelle di Angela, hanno detto senza esitazione «ci somiglia tantissimo». Quella ragazza condivide con la bimba scomparsa «una forte somiglianza e una vistosa voglia sulla schiena» secondo gli esperti dell'associazione internazionale «SOS Desaparecidos» che hanno proiettato la foto dell'identikit di Angela come potrebbe essere oggi sugli schermi dei Bancomat in decine di Paesi in tutto il mondo. 

Quel circuito internazionale ha dato i suoi frutti, con una serie di segnalazioni di cui l'unica ritenuta attendibile è appunto quella che proviene dal Venezuela. Dettagli che hanno spinto l'avvocato Ferrandino ad approfondire la pista: nel corso delle indagini private è emerso che il papà della ragazza venezuelana in passato ha avuto rapporti commerciali con la Campania e in quell'estate del 1996 era stato in Penisola Sorrentina. Tre settimane fa un collaboratore dello studio Ferrandino ha recuperato dei campioni biologici della ragazza, che per motivi di lavoro si trovava nel nord Europa. Quei campioni adesso sono in un laboratorio per ricavare il profilo genetico che, una volta pronto, sarà affidato al generale Luciano Garofano, consulente della famiglia Celentano, per essere raffrontato con quello dei familiari. Dunque, dopo tanti anni, l'ultima speranza è che Angela stia bene e che possa essere stata rapita a scopo di adozione, per crescere in una famiglia venezuelana molto benestante. Due anni fa in un'intervista al Mattino papà Catello spiegò senza mezze misure che «ormai non cerchiamo più Angela, ma aspettiamo che sia lei a farsi viva». Ma le ricerche in realtà non si dsono mai fermate. Su input del gip del tribunale di Napoli che ha prorogato di altri sei mesi le indagini, la Procura distrettuale Antimafia sta effettuando nuovi accertamenti in Turchia, per verificare la pista già percorsa nel 2009 dai carabinieri del Ros, in un'inchiesta che ipotizza il reato di riduzione in schiavitù. Un'ipotesi alla quale la famiglia Celentano non ha mai creduto, perché prevederebbe il coinvolgimento di qualche conoscente nel rapimento della bimba poi venduta a un veterinario. Per seguire gli sviluppi, al momento coperti da segreto istruttorio, le sorelle di Angela hanno nominato anche l'avvocato Enrica Visconti: «Con la famiglia Celentano - dice - seguiremo qualunque segnalazione percorribile e verificheremo tutte le segnalazioni che arriveranno.

Così com'è successo per la pista sudamericana, monitoriamo anche l'ipotesi turca, per la quale siamo in attesa di sviluppi».

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Negli anni scorsi, la Procura di Torre Annunziata ha ripercorso gli oltre vent'anni di inchieste, svelando la farsa dietro la pista messicana di Celeste Ruiz: un profilo fake che portava in Messico e che utilizzava la foto di una psicologa oggi residente in Francia. La donna volle incontrare di persona Catello e Maria, ma la sua storia non coincideva con quella di Angela. L'ultimo step investigativo aveva riportato gli inquirenti a indagare a ritroso nel contesto familiare, prima dell'archiviazione definitiva sulla quale è stato posto il segreto. 

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