Angela Celentano, test Dna sulla ragazza sudamericana: i risultati tra un paio di settimane

Continuano le indagini private in Sudamerica del team dell'avvocato Ferrandino

Come potrebbe essere Angela Celentano oggi
Come potrebbe essere Angela Celentano oggi
di Dario Sautto
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 07:00 - Ultimo agg. 26 Gennaio, 07:25
4 Minuti di Lettura

Un lungo viaggio dal sud America al nord Europa, un incontro riservato e la firma di un contratto di lavoro. Questo è stato l'escamotage per prelevare alcuni campioni biologici che arriveranno a Napoli nei prossimi giorni e potranno servire per ricavare il Dna di una donna, da comparare con il materiale genetico dei genitori di Angela Celentano.

A pochi giorni dall'ordinanza del gip del tribunale di Napoli che ha ordinato nuove indagini in Turchia, arriva a una svolta la pista sudamericana battuta dal team dell'avvocato Luigi Ferrandino, che sta svolgendo indagini private per conto di Catello Celentano e Maria Staiano, i genitori della bambina scomparsa nel nulla a tre anni il 10 agosto del 1996 sul monte Faito, a Vico Equense, e mai più ritrovata. «Come accade ogni volta spiegano Catello e Maria tramite l'avvocato Ferrandino siamo in ansia e attendiamo di sapere se effettivamente sia Angela.

Quando siamo così vicini a sapere la verità, vogliamo solo sapere in breve tempo la risposta e capire definitivamente se il responso sia positivo o negativo».

Nel corso di ventisei anni e mezzo di ricerche, sono state tante le ipotesi vagliate, le piste inseguite, le risposte negative arrivate. Ma Catello e Maria sperano sempre che possa essere la volta buona, anche se due anni fa in un'intervista al Mattino il papà di Angela spiegò che ormai non la cercavano più, ma aspettavano che fosse lei a farsi viva.

Nei giorni scorsi, la donna che somiglia ad Angela ha compiuto un lungo viaggio dal sud America al nord Europa per motivi di lavoro. Lì è entrata in contatto con un collaboratore del legale della famiglia Celentano che è riuscito ad effettuare il prelievo di materiale biologico utile per l'esame del Dna. «I campioni biologici sono stati raccolti da un mio collaboratore in nord Europa spiega l'avvocato Ferrandino e impiegheranno alcuni giorni ad arrivare in Italia. Poi, li porteremo ad un laboratorio di nostra fiducia per ottenere i risultati del Dna». La risposta, poi, potrebbe arrivare entro un paio di settimane, quando il materiale genetico sarà raffrontato con quello dei genitori recuperato nei mesi scorsi presso gli archivi della Procura di Torre Annunziata, che ha chiuso l'ultima inchiesta a giugno 2020, ponendo il segreto su tutta l'attività investigativa, forse perché il responsabile della scomparsa di Angela nel frattempo è deceduto.

Dunque, l'ennesima speranza è appesa ad un filo, stavolta offerto dalla genetica. «Ha un neo sulla schiena proprio come Angela e la somiglianza è forte» ha assicurato Ferrandino nelle scorse settimane, aprendo alla pista sudamericana, nata sulla scorta della collaborazione avviata con l'associazione internazionale «SOS Desaparecidos» che ha proiettato la foto di come quella bimba dovrebbe essere oggi a trent'anni, un'immagine comparsa sugli schermi dei Bancomat in decine di Paesi in tutto il mondo. Quel circuito internazionale ha dato subito i suoi frutti, con una serie di segnalazioni, anche se l'unica ritenuta attendibile sembra proprio quella che proviene da un Paese del sud America.

Video

Nel frattempo, però, resta ancora in piedi la pista turca, percorsa nel 2009 dai carabinieri del Ros, in un'inchiesta riaperta dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli per il reato di riduzione in schiavitù. Un'ipotesi alla quale la famiglia Celentano non ha mai creduto, perché prevederebbe il coinvolgimento di qualche conoscente nel rapimento della bimba poi venduta a un veterinario in Turchia. Negli anni scorsi, la Procura di Torre Annunziata ha ripercorso gli oltre vent'anni di inchieste, svelando la farsa dietro la pista messicana di Celeste Ruiz, ritornando in ultimo proprio sul contesto familiare, prima dell'archiviazione definitiva. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA