Bradisismo, Di Vito: «Superato di 20 cm il massimo sollevamento della caldera avvenuto nella crisi 1982-84»

Il direttore dell'Osservatorio Vesuviano: l'aumento di velocità di 1 cm tra il 21 e 23 settembre è quello che ha generato più terremoti le scorse settimane

Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano
Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano
di Pasquale Guardascione
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 20:51 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 13:21
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«Avevamo già notato nella precedente settimana un aumento della velocità di sollevamento del suolo della caldera che fortunatamente si è attenuata in pochi giorni ma che però si è accompagnata con l'incremento della sismicità - ha dichiarato Mauro Di Vito, direttore dell'Osservatorio Vesuviano -. La deformazione del suolo e delle rocce e i terremoti sono due processi strettamente collegati tra loro. Attualmente siamo ritornati alla velocità di sollevamento precedente di 15 millimetri al mese. Ma questo piccolo salto di un centimetro tra il 21 e il 23 settembre è quello che ha caratterizzato questo momento d'intensificazione dell'attività sismica. Dobbiamo, comunque, vederlo come un unico processo e cioé: la crosta si deforma e quando lo fa più velocemente si frattura più frequentamente e con maggiore energia anche se questo dipende da quanto sforzo riesce ad accumulare». 

E da circa una settimana che nei Campi Flegrei la sismicità è diminuita con terremoti di magnitudo minori. «Per noi questo non ha un grande significato per quello che riguarda il rallentamento del processo - continua il direttore Di Vito -. Il bradisismo sta continuando e ci aspettiamo altri terremoti. Gli ultimi due sono stati di magnitudo 1.2 e 1.3 avvenuti oggi avvertiti dai miei colleghi che stavano effettuando dei rilievi all'interno della Solfatara.

Oltre a registrare gli eventi tellurici continua la nostra attività sul territorio per raccogliere tutti gli altri dati che possono aiutarci a capire l'evoluzione della dinamica della caldera. Questa mattina abbiamo misurato i flussi di gas all'interno della Solfatara, della zona dei Pisciarelli e delle aree limitrofe per avere anche una stima che può essere l'emissione di questi gas in superficie, le specie di gas e i rapporti tra loro. Tutti indicatori importantissimi per definire lo stato e la dinamica di tutti i Campi Flegrei».

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Il sisma di magnitudo 4.2, il più forte registrato finora, ha avuto come come epicentro l'area tra Dazio e Bagnoli nel golfo: una zona di frattura della caldera? «Il fondo della caldera è molto fratturato, ovviamente quando si hanno i numeri dei terremoti che registriamo nei Campi Flegrei ognuno di essi genera una fratturazione - dichiara il direttore della sala di Napoli dell'Ingv -. Poi, ci sono delle aree dove il fondo si sta sollevando maggiormente nella parte centrale e, poi, man mano questa deformazione si attenua. Sono proprio queste aree di bordo della deformazione che corrispondono alla massima differenza di velocità di sollevamento che in alcuni momenti sono più fragili o si allineano in queste aree i terremoti e la fratturazione si concentra in queste zone. Ma è intorno a tutta l'area e non solo a quella del Dazio a Bagnoli che ci sono questi eventi. Nel golfo accade esattamente la stessa cosa. E' una zona dove la velocità di deformazione si attenua ed è proprio questa dove si determinano gli allineamenti di terremoti».

I segnali del bradisismo si cominciano a vedere anche nel porto di Pozzuoli. Gli stessi pescatori lamentano il dislivello di oltre un metro tra le prue delle proprie barche e la banchina. «Questo è l'effetto avanzato del bradisismo - conclude Di Vito -. I Campi Flegrei hanno superato ad oggi di 20 centimetri il massimo sollevamento avvenuto nel 1984 che era all'epoca di 1 metro e 85 centimetri e adesso è di oltre 2 metri se volessimo sommare le due deformazioni tra le quali però c'è evidenziare una subsidenza. Dal 2005 ad oggi il suolo si è sollevato di 115 centimetri». 

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