Giuseppe Salvia ricordato da don Patriciello, i messaggi di Mattarella e Meloni

Oggi la cerimonia in occasione dell'80esimo anniversario della nascita nella parrocchia di San Paolo Apostolo a Caivano

L'omicidio di Giuseppe Salvia
L'omicidio di Giuseppe Salvia
Lunedì 23 Gennaio 2023, 20:58 - Ultimo agg. 23:55
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Non passa sotto silenzio l’80esimo anniversario della nascita di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggioreale fatto ammazzare il 14 aprile 1981. Oggi il ricordo nella parrocchia di Maurizio Patriciello. E, durante la cerimonia nella Chiesa di San Paolo Apostolo a Caivano, lo stesso sacerdote ha letto i messaggi che gli sono stati indirizzati, in risposta al suo, dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il presidente della Repubblica ricorda Salvia quale «coraggioso servitore dello Stato», e sottolinea che «è necessario non disperdere la memoria di quanto accaduto e l'insegnamento professionale e umano di questo valoroso funzionario». Per non dimenticare, Antonio Mattone ha scritto un libro “La vendetta del boss” (Guida Editore) incentrato anche su quanto avvenuto dietro le sbarre della struttura circondariale di Napoli.

«Salvia è stato ed è una luce. Una di quelle tante luci, di quelle tante "candele" che illuminano il buio», le parole della Meloni, che coglie l'occasione per ribadire l'impegno nella lotta alle mafie: «Anche la realtà più complessa può risorgere dal buio e brillare di nuova luce. Si può fare, seguendo anche l'esempio di Giuseppe, che non ha mai smesso di fare il suo dovere. Ogni giorno. È questo il più grande insegnamento che ci ha lasciato Salvia: non fare ciò che conviene e che è più utile ma solo ciò che è giusto. E per noi è stato giusto garantire che la normativa antimafia, a partire dal cercere duro, immagina e costruita da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, potesse continuare a operare e a essere uno strumento fondamentale nelle mani dello Stato per combattere la criminalità».

Conclude: «Un segnale chiaro e forte per dire che lo Stato c'è e non intende arretrare».

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