Incidente sul lavoro a Caivano, così Antonio Golino è morto a 22 anni schiacciato da una pila di contenitori

Antonio ha avuto la forza di gridare aiuto per una manciata di minuti, mentre i colleghi cercavano disperatamente di tirarlo fuori, poi ha perso i sensi

Antonio Golino morto a 22 anni
Antonio Golino morto a 22 anni
di Marco Di Caterino
Venerdì 13 Gennaio 2023, 11:00
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È morto schiacciato dal crollo di una pila di grossi contenitori di plastica contenenti salumi affettati nel capannone frigo della M&C, azienda leader in Italia con stabilimento nel polo industriale di Pascarola, frazione di Caivano, specializzata nell'affettare e confezionare sotto vuoto e in vaschette prosciutti e altri insaccati per tutte le maggiori catene dei supermercati italiani. La vittima, Antonio Golino, di appena 22 anni, residente a Marcianise, in provincia di Caserta, sotto un peso di svariati quintali e con gravissimi traumi in tutto il corpo, ha avuto la forza di gridare aiuto per una manciata di minuti, mentre i colleghi cercavano disperatamente di tirarlo fuori da quell'ammasso. Poi ha perso i sensi, scivolando senza più appigli verso la morte. E, dettaglio atroce in questa tragedia, l'incidente mortale è avvenuto nello stesso reparto dove stavano lavorando la mamma e il fratello della vittima, che con la vittima erano stati assunti da tempo e regolarmente nella società In Joint, che supporta la M&C per quanto riguarda la logistica, il movimento della merce all'interno dello stabilimento, e soprattutto lo stoccaggio nella mega cella frigorifera della merce affettata e confezionata, pronta per essere spedita. 

Sul posto si sono precipitati i carabinieri della compagnia di Caivano, diretta dal capitano Antonio Maria Cavallo, e due squadre di vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per mettere in sicurezza la zona dell'incidente per poter estrarre dal cumulo dei grossi contenitori, identici a quelli utilizzati per la raccolta del pomodoro per le industrie conserviere, il corpo martoriati del povero ragazzo.

A sovraintendere alle operazioni il pm della Procura di Napoli Nord, diretta da Maria Antonietta Troncone, che ha affidato le indagini ai carabinieri e disposto il sequestro della salma e della zona dove si è verificato il crollo, di cui gli inquirenti intendono individuare le cause. Le ipotesi vanno da una scorretta azione di impilamento dei contenitori, al cedimento di uno di essi perché magari troppo carico di prodotto finito, fino al distacco di una delle staffe che li mantengono nella posizione corretta. Da quanto si è potuto accertare finora, prima del tragico crollo nessun addetto aveva lavorato nella zona. Antonio Golino era passato per due volte sotto quella catasta di contenitori in meno di un minuto. La seconda volta la pila è franata, seppellendo il povero operaio. 

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Il quarto incidente mortale sui posti di lavoro dall'inizio dell'anno ha gettato un'ombra di dolore sul tavolo dell'incontro che si è svolto a Roma tra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil e il ministro del Lavoro Marina Calderone, per discutere proprio di sicurezza sul lavoro. I numeri sono impietosi. Lo scorso anno hanno perso la vita mille capofamiglia, usciti per andare a lavorare e mai più ritornati a casa, ma anche studenti impegnati nell'alternanza scuolalavoro. «L'ennesima tragedia evidenzia che c'è un'emergenza da affrontare subito», ha detto Gianpiero Tipaldi, segretario generale della Cisl Napoli: «Sindacati e imprese - ha aggiunto - devono essere parte attiva di una strategia di contrasto fatta di controlli, investimenti e formazion; per fermare questa lunga scia di sangue bisogna rafforzare le misure di contrasto, servono misure repressive, più controlli, più ispettori e medici del lavoro». Per Giovanni Sgambati, segretario generale della Uil campana, «l'anno è cominciato nella maniera più nefasta. La Uil da tempo porta avanti la battaglia sulla sicurezza sul lavoro, tanto da farne anche una campagna nazionale intitolata zeromorti, ma questa scia di sangue non si arresta». Dura la nota della Cgil Napoli e Campania a firma di Nicola Ricci, segretario regionale: «Bisogna passare subito dalle parole ai fatti. Come sempre attendiamo di conoscere le cause che hanno portato a questa ennesima tragedia ma è evidente che di fronte a un'escalation di episodi mortali nella nostra regione, che continua ad essere maglia nera in Italia, servono interventi urgenti e definitivi per garantire la massima sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori». In una nota congiunta Paolo Capone, segretario generale dell'Ugl, e Maria Rosaria Pugliese, segretario regionale Ugl Campania, hanno denunciato questa strage infinita, annunciando una manifestazione dal titolo Lavorare per vivere, per sensibilizzare le istituzioni e l'opinione pubblica. 

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