«Cantare è un mio stile di vita, lo faccio sin da ragazzo, ma gli impegni mi hanno portato lontano dal mondo della canzone. Mi ritengo un uomo fortunato perché la vita mi ha dato il tempo per riaprire il cassetto dei sogni e realizzarne uno tra i più desiderati». Parlava così di sé, in un'intervista di qualche anno fa, Angelo Schettino, imprenditore e cantante di successo, che si è spento mercoledì scorso nella casa di San Sebastiano al Vesuvio per un improvviso malore all'età di 77 anni, lasciando la moglie e i figli Francesco e Isabella. Gli amici ne parlano come di un eterno sognatore. Ma è stato anche un uomo capace di grande concretezza, nel realizzare le idee che aveva in testa.
Nato a Napoli nel 1946 da una famiglia di origine modesta, comincia a lavorare giovanissimo e, nei primi anni Settanta, crea la sua prima impresa, attiva nel settore tessile. Negli anni Novanta, con la Sca Sud, si lancia nel mondo dell'automotive, nel comparto sellaggio e fodere per interni.
Canta canzoni originali, ma soprattutto cover degli anni Sessanta e Settanta, in particolare ballad che propone con garbo e sorriso da crooner, evocando atmosfere da night in cui l'amore è protagonista assoluto. Particolarmente gettonata dai fan la riedizione di “Buonasera signorina”, hit anni Cinquanta di Fred Buscaglione. Nell'album “Meravigliosi Dettagli”, in cui figurano brani dello stesso Schettino, inserisce una cover estiva di “Be my baby”, successo del 1963 delle Ronettes (poi riproposto in italiano da Peppino Di Capri), che riscuote grande consenso. Come per la sua azienda, Angelo prova a raggiungere una platea più vasta di quella degli amici napoletani, e ci riesce perfino sui social: con oltre 115mila follower e una media di un milione di visualizzazioni per i video su Youtube. «Nelle mie canzoni racconto storie, spesso vere, legate all'amore e all'estate, la mia più grande passione dopo la famiglia, il mare e la bellezza in genere» diceva in una recente intervista. «Ora Angelo canta in Paradiso, e con quel nome non potrebbe essere altrimenti» suggeriscono gli amici: troppo facile la battuta, ma lui di sogni realizzati se ne intende.