Un incubo durato una manciata di secondi. Il tempo di mettere piede nell'androne del palazzo che un uomo incappucciato e con in mano un coltello si è materializzato davanti agli occhi di Alessandro, della moglie Chiara e della loro figlia di tre anni. «Dammi i soldi», le parole pronunciate in dialetto puteolano da un rapinatore che non si è fermato nemmeno davanti a una bambina che dormiva in braccio del padre, 31enne di Pozzuoli emigrato in Svizzera dove svolge attività finanziaria di trading online.
Era da qualche minuto passata la mezzanotte di ieri quando i tre stavano facendo rientro a casa dei genitori di Alessandro, in via Gavia Marciana, nelle cosiddette "case parcheggio" del Rione Toiano dove da tre giorni si trovano in vacanza. Il rapinatore, che era in compagnia di un complice, ha subito puntato ai soldi che l'uomo aveva in tasca e ai gioielli indossati da lui e dalla moglie, mostrando di conoscere le vittime.
«Non si è fermato nemmeno davanti a un padre con la figlia di tre anni in braccio che dormiva - ha raccontato l'operatore finanziario vittima della rapina - Stringeva nella mano un coltello da cucina con una lama di circa 10 centimetri.
Dopo aver messo i soldi in una tasca del giubbino il rapinatore, sempre sotto la minaccia del coltello, si è fatto consegnare dall'uomo un bracciale dal valore di circa 4 mila e 500 euro, la fede nuziale e due collanine in oro che gli sono state strappate con violenza. Non soddisfatto, ha poi minacciato anche la moglie facendosi consegnare la fede nuziale e un paio di orecchini in oro.
Presi soldi e preziosi, per un totale di circa diecimila euro, il rapinatore ha raggiunto il complice con il quale è fuggito in sella a uno scooter. Sotto choc e con la piccola che nel frattempo era stata svegliata dal trambusto, le vittime hanno raggiunto la loro abitazione e nella mattinata di ieri hanno sporto denuncia ai carabinieri di Pozzuoli dove hanno raccontato ogni particolare della rapina, fornendo indicazioni sull'identikit del rapinatore. «Credo che sapessero dove abito e credo che mi abbiano seguito dal bar fino a casa dei miei genitori ha raccontato Alessandro - forse sapevano anche che il portone del condominio non si chiude a chiave. Una cosa assurda che in 32 anni non mi era mai successa».
Un episodio che conferma l'escalation dei furti e raid in casa che sta causando allarme e paura in tutta l'area flegrea e che è già oggetto di decine di denunce e di indagini.