Un percorso per la tutela e la valorizzazione delle piante che producono le rinomate noci di Sorrento. Una coltivazione che, con il passare del tempo, è stata sempre più abbandonata dagli agricoltori della Costiera. Ciò perché, a fronte degli alti costi di gestione, la resa non è elevata. Inoltre c’è un altro fattore determinante: la scarsa remunerazione. Il prezzo che i frutti arrivano a spuntare sul mercato è basso in quanto il calibro è inferiore rispetto agli standard commerciali.
Ora, per scongiurare la definitiva scomparsa di una cultivar comunque molto apprezzata dai consumatori oltre che da chef e pasticcieri, è partito il progetto promosso dalla Città di Vico Equense che, grazie alla partnership della Regione Campania e della Condotta Slow Food Penisola Sorrentina e isola di Capri e la collaborazione del Comune di Sant’Agnello, si sviluppa attraverso una serie di lezioni teoriche e pratiche per salvaguardare una delle tante eccellenze del paniere enogastronomico del comprensorio della penisola sorrentina.
I corsi, realizzati dalla «TimeVision», si tengono nelle sale del Museo Mineralogico Campano di Vico Equense e puntano a formare i partecipanti sulle più innovative metodologie di coltivazione e approfondire le diverse fasi delle piante.
Previsto anche l’intervento di esperti che insegneranno le tecniche avanzate di moltiplicazione, con un focus particolare sulla delicata arte dell’innesto. Percorso di formazione che è stato possibile avviare grazie al contributo della Regione Campania, ente che, nell’ambito della protezione delle specie vegetali a rischio, ha avviato un progetto per la salvaguardia e valorizzazione della biodiversità delle piante di Ecotipi di Noce, che ha come obiettivo principale quello di preservare la «Cultivar Sorrento», una varietà di «Juglans regia» tradizionalmente coltivata nella Piana di Massaquano ed ormai in poche altre zone della Costiera, e oggi minacciata dall’abbandono agricolo e dalle difficoltà legate ai cambiamenti climatici.
All’evento per la presentazione dei corsi sono intervenuti Salvatore Apuzzo della direzione politiche agricole e forestali della Regione, Luisa Miniero, coordinatrice delle attività e promotrice del progetto di tutela delle noci di Sorrento, e il sindaco di Vico Equense Giuseppe Aiello, arricchendo la giornata con spunti e riflessioni sul futuro della biodiversità locale.
«Siamo aL lavoro per la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, del paesaggio naturale e dell’ecosistema del territorio – ha dichiarato il primo cittadino -. Crediamo che la diffusione di una sana cultura alimentare, la tutela della natura e le produzioni di piccola scala, costituiscono l’asse portante di un’efficace politica, che si basa sulla promozione della qualità, nelle sue componenti culturali, ambientali, economiche».
Per implementare le coltivazioni si procederà alla raccolta di piante di noce nate spontaneamente che saranno allevate presso il vivaio regionale in località «Le Tore», sulle colline di Sorrento. Nel 2024 il Comune di Vico Equense ha già consegnato 170 alberature certificate geneticamente che saranno poi innestate e lasciate crescere. Si prevede che il numero possa aumentare per far sì che una delle eccellenze sorrentine possa continuare la valorizzazione attraverso il presidio Slow Food nato nel 2018 per riattivare la microeconomia locale e scongiurare il rischio di scomparsa dei noci.