Terremoto Campi Flegrei, il fronte dei pescatori: «Siamo abituati al bradisismo, non lasciamo Pozzuoli»

«Altro che Lombardia, noi siamo gente di mare»

ll fronte dei pescatori: «Abituati al bradisismo, non lasciamo Pozzuoli»
ll fronte dei pescatori: «Abituati al bradisismo, non lasciamo Pozzuoli»
di Pasquale Guardascione
Lunedì 9 Ottobre 2023, 07:37 - Ultimo agg. 10:30
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«Pozzuoli è ballerina e il bradisismo c'è da millenni. Non ce ne andremo mai. Qui c'è il nostro lavoro e la nostra passione». I pescatori di Pozzuoli sono stati già nelle precedenti crisi bradisismiche, agli inizi del 1970 e tra il 1982 e il 1984, le prime vere sentinelle degli effetti del sollevamento del suolo. La pesca ha avuto un ruolo centrale nella storia e nella cultura puteolana. «La nostra città è stata sempre così, ci sono momenti in cui il fenomeno è più evidente e altri meno - afferma Marco Causa, settantaduenne, mentre, seduto su una sedia sulla banchina a ridosso di Piazza a Mare ripara la sua rete da pesca - Faccio questo lavoro da quando avevo sei anni. Preoccupazione? Assolutamente no, certo le scosse fanno paura ma una volta passate tutto finisce. Da alcuni mesi ci sono più fumarole ma è una normale attività. La cosa che abbiamo notato io e altri miei colleghi è che rispetto agli anni Ottanta questo fenomeno sta incidendo sulla pesca. Sui fondali in alcune zone ci sono dei piccoli rialzi che prima non c'erano».

Nel porto di Pozzuoli i segni del sollevamento del suolo sono evidenti. Sembra una domenica di piena estate, più che d'autunno inoltrato, con i turisti che affollano il molo per imbarcarsi o di ritorno dalle isole. È d'obbligo la fermata per comprare merluzzi, cicale e polpi vivi dalle paranze di ritorno da mare. «Rspetto all'ultima crisi dell'83 sono più evidenti gli effetti del bradisismo - afferma Peppe Bucciero, famiglia storica di pescatori puteolani - Prima, dalla banchina salivo facilmente sulla prua della barca.

Adesso, invece, c'è un dislivello di oltre un metro. Le fumarole ci sono sempre state ma da agosto la loro intensità è aumentata. Il pescaggio delle barche è diminuito, i fondali si sono sollevati, in quest'area del porto arriviamo appena ad un metro. Nella zona di La Pietra a Bagnoli, e anche in altre aree, abbiamo notato che si sono formate delle spiaggette dove prima c'era il mare. La cosa che ci preoccupa è anche la diminuzione del pescato in particolar modo sotto costa. Prima riuscivamo ad alzare saraghi e orate, mentre da alcuni mesi è davvero misero quello che riusciamo a portare a casa dopo una giornata di lavoro. In questo periodo, ad esempio, pescavamo le sogliole nere che sono del tutto scomparse nel golfo di Pozzuoli. Tutto questo per colpa del movimento tellurico, a differenza delle fumarole. Mio nonno, anche lui pescatore, mi raccontava che quando il pesce si feriva lo si curava con il calore emesso dalla fumarola. Non abbiamo paura ma siamo preoccupati. La nostra barca deve restare qui nel porto altrimenti come facciamo ad andare avanti». 

Sono due i nuclei storici dei pescatori, distinti l'uno dall'altro: quelli di «abbascio o' mare», devoti alla Madonna dell'Assunta, che ormeggiavano le loro paranze nella darsena, oggi del tutto prosciugata. L'altro nucleo è quello della rete o di Sant'Antonio che le barche le attraccano nel molo prospiciente Piazza a Mare. «E pensare che tanti anni fa nella darsena facevamo il bagno e c'era la cerimonia del pennone conclude il signor Bucciero -. Oggi è davvero desolante». 

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Nonostante il bradisismo, Pozzuoli è una città viva e piena di turisti che tutti i giorni hanno come loro meta proprio il porto con il Tempio di Serapide e il mercato del pesce. «Sì, ma l'afflusso di gente nelle ultime settimane è diminuito rispetto a luglio scorso - afferma Leonardo Tafuto, rientrato dalla battuta di pesca con le bacinelle piene di sauri, alici e totani vivi che mostra alla gente che passeggia sul molo - Se il suolo continua a salire che fine faremo noi con le nostre lampare? Già ci siamo dovuti spostare dalla darsena in questa zona del porto dove il fondale non arriva nemmeno ad un metro». Il mercato al dettaglio del pesce di via Fasano è un punto di riferimento per i ristoratori e la popolazione di gran parte della provincia di Napoli. Nelle festività di Natale e Capodanno è un insieme di colori e freschezza. «Ci sono meno turisti purtroppo rispetto a qualche mese fa - conclude Nicola D'Isanto, che ha il suo stand nel mercato - Noi puzziamo di zolfo e amiamo questa terra. Il gemellaggio con la Lombardia in caso di eruzione? Siamo gente cresciuta con il sole e il mare anche se saremo costretti ad andare via, ritorneremo sempre a Pozzuoli». 

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