Vesuvio, l'altra faccia della strada Matrone: rivive il sentiero più antico

I fondi per la riqualificazione sono quelli del Grande Progetto Vesuvio, partito qualche mese dopo gli incendi del 2017

La strada Matrone sul Vesuvio
La strada Matrone sul Vesuvio
di Francesco Gravetti
Sabato 10 Dicembre 2022, 09:00 - Ultimo agg. 11 Dicembre, 09:15
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L'altra faccia del Vesuvio, quella un po' più lontana dal mare ma altrettanto suggestiva e affascinante. La via alternativa per arrivare alla vetta, a quel cono che attira ogni anno quasi un milione di visitatori provenienti da tutto il mondo. La strada Matrone è tutto questo: una felice intuizione che risale ai primi anni del Novecento ma che ha vissuto varie vicissitudini. L'ultima, in ordine di tempo, risale al 2017, quando il terribile incendio che distrusse tutta l'area intorno al vulcano danneggiò in maniera seria anche il sentiero che porta al cratere, al punto che fu necessario chiuderlo. Cinque anni dopo, il ricordo di quei roghi è finalmente alle spalle: il 20 dicembre, infatti, la strada Matrone sarà riaperta al pubblico con l'inaugurazione di quello che è denominato sentiero numero 6. Si tratta di un percorso ciclopedonale, lungo circa 8 chilometri che parte da Trecase, precisamente da via Cifelli. È la strada dei ristoranti, dei luoghi di ritrovo di un turismo meno internazionale e più locale: la sfida, ora, sta tutta nel riposizionare gli equilibri del turismo vesuviano, perché con un sentiero alternativo che conduce al cratere le aree interne potrebbero attrarre maggiori visitatori. Intanto, il taglio del nastro: avverrà alle 10,30 alla presenza del commissario straordinario del Parco nazionale del Vesuvio, Agostino Casillo e di altri rappresentanti delle istituzioni. 

I fondi per la riqualificazione sono quelli del Grande Progetto Vesuvio, partito qualche mese dopo gli incendi del 2017 proprio per rimettere a posto la sentieristica devastata dal fuoco. Il restyling della strada Matrone è costato intorno ai 700mila euro, ma sono oltre due milioni gli euro spesi finora per tutto il Grande Progetto. Restano da sistemare tre sentieri ancora, ma il grosso è stato fatto. Il sentiero numero 6 ripercorre l'antica strada tracciata dai fratelli Matrone per risalire al Gran Cono dal versante di Boscotrecase. Gennaro Matrone, una sorta di tour operator del tempo, aveva già ridisegnato e predisposto notevoli migliorie alla cosiddetta mulattiera Fiorenza.

Grazie ad essa, fin dal 1894, i viaggiatori riuscivano ad arrivare in cima. A partire dal 1904, venne ribattezzata Strada Matrone. Dopo oltre venti anni di lavori, diverse distruzioni operate da improvvise colate laviche e successive ricostruzioni, la carrozzabile fu inaugurata il 4 gennaio del 1927. L'opera di valorizzazione del territorio vesuviano di Gennaro Matrone fu proseguita dal nipote Antonio, che nel 1950 riuscì a garantire la salita fino ai 1030 metri a partire dall'Osservatorio Vesuviano. Il 28 febbraio 1955 venne inaugurato il percorso sul versante di Ercolano, alternativo alla strada che partiva da Boscotrecase. Intorno al 2000, invece, fu istituito un servizio di autobus, che conduceva al cratere proprio attraverso la strada che parte da via Cifelli. La nuova strada Matrone invece non prevede uso di pullman: è ciclopedonale, anche se il Parco nazionale del Vesuvio ha appena ricevuto dei fondi per l'acquisto di bus elettrici, che in prospettiva potrebbero essere immessi in diverse zone dell'area protetta.

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Il sentiero che sarà inaugurato il 20 dicembre, lungo circa 8 chilometri, parte con un primo tratto asfaltato per poi diventare una pista sterrata e permette di arrivare al piazzale di quota 1050, da cui è possibile raggiungere a piedi il Gran Cono del Vesuvio. «Tutto ciò permetterà una diluizione dei flussi turistici e una riduzione dell'impatto antropico sul territorio, oltre che offrire una modalità di fruizione ciclopedonale, maggiormente sostenibile e green», spiega il commissario del Parco, Agostino Casillo. Anche quando era aperta, la strada Matrone rappresentava comunque una cenerentola rispetto al lato ercolanese di accesso al cratere: solo il 20% dei turisti che salivano al cono la sceglieva. Ora la sfida sta nel ribaltare le statistiche o anche dare vita ad un percorso totalmente diverso: salire da un versante e scendere dall'altro. 

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