Buio in sala, a Giugliano chiude anche l'ultimo cinema

Buio in sala, a Giugliano chiude anche l'ultimo cinema
di Cristina Liguori
Sabato 1 Dicembre 2018, 12:30
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Sospese le proiezioni, a tempo indeterminato. Dopo aver perso due sale cinematografiche, Giugliano resta per l'ennesima volta senza film. Di tentativi negli anni ce ne sono stati tanti. Tutti miseramente falliti: non ci sono soldi. L'associazione che da anni si occupa della gestione dell'unico spazio disponibile in città, nel primo circolo didattico in piazza Gramsci, plesso costruito in epoca fascista, non riesce più a sostenere i costi. E i motivi sono diversi. I multisala mettono in campo una concorrenza spietata. A questo si aggiunge la mancata comunicazione e affissione dei manifesti, con la conseguenza che solo chi vive al centro sa che esiste un cinema. Perciò si chiude, sui titoli di coda di «A star is born» con Lady Gaga, ultima pellicola proposta al pubblico. 
 
Giugliano, terza città della Campania, prima città d'Italia non capoluogo per numero di abitanti, 130mila residenti, perde così uno dei pochi, se non l'unico, avamposto di cultura. E ci si ritrova proiettati sulle scene del capolavoro di Tornatore «Nuovo cinema Paradiso». Perché come nel paesino siciliano, fino a quarant'anni fa, anche Giugliano aveva un luogo di aggregazione, anzi due. Nel 76, un incendio aveva messo al tappeto il cinema Moderno: ultima proiezione «Sandokan alla riscossa» con Kabir Bedi. Il terremoto dell'80 provocò poi la chiusura del cinema Smeraldo, che proprio il 23 novembre aveva in programmazione «Chissà perché capitano tutte me» con Bud Spencer. 

Da quel giorno migliaia di persone sono costrette a peregrinare nella provincia di Napoli per vedere un film. E i tentativi di rimettere in piedi una sorta di sala da proiezione si sono rivela, purtroppo, non fruttuosi, Stavolta però, a differenza delle altre occasioni, gli abbonati e i frequentatori della sala hanno deciso di ribellarsi e tramite whatsapp hanno dato vita ad un tam tam per convincere l'amministrazione comunale a sostenerei costi necessari per la sopravvivenza dell'iniziativa. Sono medici, avvocati, docenti, operai, casalinghe e studenti che propongono anche un'auto-tassazione collettiva pur di salvare il cinematografo di piazza Gramsci. 

«Purché  si riparta farò  due abbonamenti. Non posso subire ancora di non avere neanche la possibilità di scegliere di andare a piedi al cinema  nella mia città - spiega Maria Vista - ho bisogno di una evasione culturale. Per me è vitale». «Anziché chiuderlo bisogna incentivarlo  - interviene Luisa Abbate, docente - proponendo a tutti i centri del  territorio di portarci i ragazzi diversamente abili, i ragazzi delle case famiglia e, perché no, anche gli anziani».  «È assurdo che in una città come Giugliano non ci sia un cinema degno di essere chiamato in questo modo - commenta Daniela Liguori, impiegata - Questo accade anche a causa del mancato apporto comunale, che ha sempre fatto orecchie da mercante sulla questione cinema a Giugliano». «Èuna vergogna che la validissima iniziativa del cinema debba essere bloccata per motivi economici» dice Cesira Capocelli docente in pensione. E poi ancora: «Mi sono spostata con l'associazione da Marano a Giugliano perché affamata di buon cinema - spiega Gianfranca Ferrillo - è impensabile che un comprensorio così vasto non abbia una sala e un punto di aggregazione sociale». 

Tra gli appassionati di cinema c'è chi non si è perso d'animo e ha scritto al sindaco come Giuseppina Sepe, medico: «Le istituzioni non possono restare a guardare impassibili, il cinema è cultura. Spero che si continui con più energie, aumentando la divulgazione con progetti per le scuole e per la terza età». «Sono rimasta profondamente delusa dalla decisione di sospendere la proiezione dei film. Io e le mie amiche ci attiveremo affinché questa iniziativa possa continuare» dice Maria Antonietta Pirozzi, docente di matematica. Imma Belmare, commercialista commenta: «È una iniziativa importante per il territorio della nostra provincia, per consentire agli adulti di passare due ore a sognare, per i bambini quale strumento didattico alternativo». «Sono abbonata al cinema da diversi anni, è stata per me una cosa bellissima perché quando decideva di andare al cinema mi organizzavo con la mia amica e, detto fatto, ero a Giugliano a rilassarmi per due ore. Vi prego facciamo  che non finisca tutto», dice amareggiata Maria Luisa Visconti. 

A spiegare i motivi della chiusura è Gennaro Dama, dell'associazione archivi cinematografici: «Dovremmo ancora ricevere il contributo per la gestione estiva delle proiezioni. Ma non arriverà nulla. Poche persone e pochi abbonati, in queste condizioni non ci possiamo permettere di andare andare avanti. Pensiamo di meritare almeno un piccolo sostegno per quello che abbiamo fatto per questa città».   
 
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