Monastero di Santa Chiara, è una bestemmia l'ultima umiliazione alla città

Monastero di Santa Chiara, è una bestemmia l'ultima umiliazione alla città
di Paolo Barbuto
Lunedì 13 Giugno 2022, 11:00 - Ultimo agg. 15:03
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Stiamo percorrendo la città da giorni per la nostra campagna sul decoro dimenticato. Abbiamo raccontato (e racconteremo anche nei prossimi giorni) la vergogna delle scritte che imbrattano i muri e i monumenti, da San Martino al Centro Storico, da Palazzo Reale alle scale di Capodimonte. È solo davanti al muro esterno del Monastero di Santa Chiara, però, che abbiamo avuto la definitiva percezione del gorgo che sta risucchiando Napoli: tra mille scritte d'ogni genere ne campeggia una, vergata in nero dalla mano del più imbecille dei cittadini. È una bestemmia, la vedete nella foto di questa pagina dove, per ovvie ragioni, abbiamo fatto delle cancellature.

Di bestemmie ne abbiamo incrociate e fotografate molte, agli angoli delle strade del centro storico, sui muretti panoramici della citta, sui marmi dei monumenti di Napoli, eppure questa specifica, piazzata lì, ci ha definitivamente stroncati. 

Il deficiente col pennarello l'ha lasciata giusto sotto al marmo storico che ricorda il luogo R.

Monastero di Santa Chiara dove la erre sta per Reale. Il monastero è nato nel 1.300, ha resistito a terremoti, invasioni, assalti armati, è stato colpito dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale, poi è rinato, e adesso è nelle mani dei teppisti imbecilli.

Guardando alla destra del portone, attraverso il quale, durante la notte, si vedono brillare le candele accese, intorno alla bestemmia campeggiano decine di scritte multicolori realizzate con bombolette di pittura spray, che non hanno un apparente significato reale. Poi ci sono, come in tutta la città, anche i messaggi scritti col pennarello nero: dichiarazioni d'amore, offese varie, appuntamenti spostati, tutto il campionario dell'imbecillità giovanile che è diffuso un po' ovunque.

Sulla sinistra del portone, invece, c'è il messaggio più grande realizzato con vernice rosso/arancione: Sì o cess, sei il gabinetto. Raccontare della mancanza di neuroni dell'autore di quest'ultima scritta sarebbe ripetitivo. Immaginate voi, lettori, le parole più adatte con le quali identificare questa persona. 

 

La bestemmia di Santa Chiara vanta il record d'essere una delle scritte più fotografate dai turisti i quali, ovviamente, la riprendono per caso.

Il fatto è che qui davanti c'è una delle tappe insostituibili dei tour nel centro di Napoli. La canzone dedicata al Monastero è nota in tutto il mondo, le guide turistiche più brave ne intonano qualche nota prima di iniziare il racconto: «Munasterio e Santa Chiara tengo o core scuro scuro...». Scatta quasi sempre l'applauso e subito e parte la sventagliata di fotografie che inevitabilmente comprenderà anche la bestemmia, oltre ai mille altri sfregi multicolori con i quali certi napoletani hanno infierito.

Qualche giorno fa il soprintendente La Rocca ci ha spiegato che, secondo la sua esperienza, Napoli è la città più imbrattata d'Italia. Segno del disamore dei giovani verso la storia, certificazione dell'incapacità di comprendere che sporcare un luogo significa renderlo inospitale. Peccato. 

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