Museo della metro, Comune di Napoli a rilento e progetto al palo

Museo della metro, Comune di Napoli a rilento e progetto al palo
di Gennaro Di Biase
Venerdì 21 Febbraio 2020, 07:00
4 Minuti di Lettura

Il Mam, il Museo Aperto della Metropolitana di Napoli. Se ne parla da tempo, precisamente dal novembre del 2018, quando fu presentato il progetto di rendere le stazioni della Linea 1 un museo permanente, luoghi in cui organizzare visite guidate e tour per indirizzare i tanti turisti curiosi di apprezzare l'arte contemporanea di livello internazionale esposta nelle stazioni partenopee. Sponsor e soldi ci sono da oltre un anno, e «per un milione e mezzo di euro circa», spiega Ennio Cascetta, presidente di Metropolitana di Napoli e promotore del Mam. Tra il dire e il fare, però, è passato molto tempo. E intanto, considerando gli atti degli incivili e il fatto che l'accordo tra Anm e l'Accademia di Belle Arti sulla manutenzione sia venuto meno dal 2017 a oggi, il degrado si è impadronito delle opere del cosiddetto «metrò dell'arte».
 

 

Gli investitori ci sono, e sono importanti. Si tratterebbe di Metropolitana di Milano e Metropolitana di Napoli, Coopculture, Ferrarelle, Gesac, Msc, Hitachi (ex Ansaldo), Laminazioni Sottile. L'idea è duplice: operare una manutenzione sui capolavori di Linea 1 e organizzare tour guidati «senza scopo di lucro - precisa Cascetta - Abbiamo presentato la proposta di partenariato tra privati e pubblico da più un anno. Il Comune ci ha fatto delle osservazioni sulla compatibilità del progetto con i servizi di trasporto. Il Comune ci ha chiesto di specificare meglio alcune compatibilità». Nel dettaglio, le «osservazioni» riguardano anche la concessione degli spazi: «Abbiamo proposto, in quanto Mam, di ottenere in concessione gratuita le stazioni per 12 anni - prosegue il presidente di Metropolitana di Napoli - per organizzare le visite e operare la manutenzione. Il Mam dovrebbe gestire le stazioni e soggetti privati organizzerebbero tour e manutenzione, oltre a garantire investimenti in tecnologie e marketing. Il Museo sarebbe collocato in ogni stazione. La gestione non intaccherebbe minimamente i trasporti, ma ci servirebbero punti fissi e disponibilità. L'ultimo contatto con l'amministrazione risale al mese scorso. Il Comune non ci ha fornito tempistiche, ma ci auguriamo che sia prima possibile per ricompattare gli sponsor e aprire magari ad altri privati. I ricavi dell'attività museale verrebbero poi reinvestiti nel museo».
 

Sono circa 200 le opere d'arte contemporanea esposte nelle stazioni partenopee. Opere di livello globale, realizzate da artisti di fama internazionale come Jannis Kounellis, Joseph Kosuth, Mimmo Paladino, Sol LeWitt, Mario Merz e tanti altri. Si tratta di un tesoro costato milioni ai tempi della realizzazione delle fermate (le opere vandalizzate di Sol LeWitt a Materdei, per esempio, costarono oltre 350mila euro). Un tesoro messo a rischio dall'inciviltà e dalla crisi degli ultimi anni difficili per il trasporto cittadino. La stessa trattativa per la realizzazione del Museo Aperto della Metropolitana ha incontrato diversi ostacoli nel tempo, tra cui il fallimento, poi evitato, di Anm. La sospensione dell'accordo per la manutenzione tra Anm e Accademia di Belle Arti - di cui si sta parlando di nuovo proprio in queste ore - e i tempi d'attesa burocratica per l'organizzazione del Mam sono arrivati in concomitanza con il boom turistico che in questi anni si è registrato in città. In questo quadro si sono inseriti il degrado e le mani dei teppisti. «È stato costituito un gruppo di lavoro che ha concluso sull'ammissibilità della proposta - spiega l'assessore all'Urbanistica di Palazzo San Giacomo Carmine Piscopo - Il direttore generale ha inviato la proposta per procedere al Servizio Beni Culturali e al Servizio di Gabinetto».
L'infinita trattativa continua. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA