Napoli, ecco i dannati dei rifiuti: «Ora la raccolta porta a porta»

Napoli, ecco i dannati dei rifiuti: «Ora la raccolta porta a porta»
di Maria Pirro
Martedì 9 Luglio 2019, 07:00
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È una strada con vista. Sui rifiuti. Materassi, legni, bottiglie di plastica sono ammassati in vari punti. E i cassonetti traboccano di spazzatura. «Vengono a scaricare qui persino da altri quartieri, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non scendono nemmeno dall'auto, lanciano in corsa le buste nere», protesta Chiara Velotti, 64 anni, la pasionaria di via Scipione Mazzella che ha una intensa corrispondenza su WhatsApp con il presidente della II Municipalità, Francesco Chirico: gli scrive per segnalare ogni piccolo-grande problema.
 
E l'energica nonnina chiede innanzitutto il porta a porta per eliminare i bidoni in strada considerati da tutti i residenti il principale tormento, tant'è che i contenitori più vicini ai palazzi e ai giardini privati sono stati già rimossi con il fa-da-te durante una mini-rivolta spontanea, dettata dal caldo e dall'esasperazione crescente.
«La spazzatura attira i topi, non si può andare avanti così», dice con nettezza Chiara, spiegando l'origine del degrado causato dal tiro del sacchetto. «Al rione Sanità e in altre zone limitrofe la raccolta differenziata funziona, ma chi non lo fa viene qui a scaricare», spiega Velotti, pronta a lottare contro l'incivilità. Con la ramazza e non solo. «Mio marito è pensionato, e io pago tutto, pago le tasse fino all'ultimo centesimo: ho anche dei diritti», usa il fioretto la sessantenne. Poi, attraversa via Mazzella Scipione in ciabattine, tutta vestita di nero: cammina sotto il sole al centro della strada che considera (giustamente) sua.

«Quante erbacce ci sono, però, intorno al marciapiede», dice con amarezza, e non è l'unica a non rassegnarsi. Alla pulizia di necessità spesso provvedono il titolare e i giovani dell'autolavaggio: «Portiamo noi le bottiglie di plastica negli appositi contenitori che sono sistemati laggiù, dopo l'incrocio, vicino alle scale», spiega Davide Vinacci, 40 anni, indicando la curva con una corona e il nome della figlia tatuato sull'avambraccio. «Ma non possiamo fare tutto da soli: difatti, quel materasso si trova sull'asfalto da quasi un mese», allarga le braccia. Di fronte al carrozziere c'è il legno che ostacola il passaggio. Altro materiale abbandonato. Fa slalom Chiara, decisa a tornare alla carica fino a ottenere risultati: così è stato con i tre lampioni fulminati e le buche nell'asfalto (denuncia datata 23 gennaio, e conservata nella memoria dello smartphone). La sostengono nell'ultima impresa Silvana Rubinacci e Maria Affinita, firmatarie di ulteriori lettere di reclamo indirizzate all'Asia.

«Oltre ai topi, spuntano anche le blatte», avvisano loro. Giovanni Giordano è invece il proprietario di un terrazzo che si trova al di sotto del livello stradale, pure utilizzato come sversatoio. «Dal muretto gettano mozziconi, bottiglie, alimenti, di tutto e di più», racconta il papà di due bambini invocando l'installazione di una rete di protezione. Vincenzo de Marzo, ex ufficiale che indossa una maglia con la scritta Future mind generation, fa invece lo spazzino tutt'intorno nel tentativo di conquistare il decoro. E l'avanzata non finisce qui: «Procede anche la guerra per ottenere che il pullmino non si fermi al rione Sanità, ma arrivi anche dallòe nostre parti», conclude Velotti, mostrando una copia della petizione con ottocento firme.

Ride la stalker a fin di bene: «Scrivo anche a Ivo Poggiani, il presidente della III Municipalità. Non solo a Chirico», che risponde così: «Magari ci fossero tante altre persone come lei, che segnalano veri problemi. In quella zona, nei pressi del cimitero delle Fontanelle, spero anche io possa partire in fretta il servizio di raccolta differenziata».
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