Napoli, nuova emergenza all'ospedale San Paolo: ci sono solo sette ostetriche

Napoli, nuova emergenza all'ospedale San Paolo: ci sono solo sette ostetriche
di Ettore Mautone
Venerdì 5 Ottobre 2018, 12:00
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Carenza di personale all'ospedale San Paolo: dopo gli ortopedici tocca alle ostetriche segnalare difficoltà nella copertura dei turni di lavoro. C'è un un nuovo allarme per il presidio di Fuorigrotta. I camici bianchi che lavorano nel reparto di ostetricia denunciano la pesante situazione che s'è venuta a creare nell'ultimo semestre con l'uscita dal lavoro di tre ostetriche a causa di un pensionamento, un esonero permanente per malattia e un trasferimento. Si è così passati dalle dieci unità operative da anni nel reparto di via Terracina a solo sette presenti attualmente in corsia. Un decremento di quasi un terzo della forza lavoro e «l'impossibilità - si legge nella missiva - di garantire la presenza di due ostetriche per turno, come previsto dalle raccomandazioni ministeriali in materia di sicurezza dei punti nascita». Carichi di lavoro insostenibili peraltro destinati ad un ulteriore aggravio per la prossima uscita dal lavoro, per raggiunti limiti di età, di una ostetrica che lascerà il San Paolo alla fine del 2018. Le dirette interessate raccontano le loro difficoltà: «La fatica non ci spaventa, ciò che veramente ci preoccupa è il rischio professionale. E' evidente che un reparto di ostetricia non possa reggersi su una sola ostetrica per turno: affrontiamo quotidianamente molte urgenze in contemporanea e svolgiamo numerose attività, dall'assistenza al travaglio fino ai controlli post operatori».
 
La richiesta rivolta ai vertici della Asl e alla direzione sanitaria aziendale, è «di provvedere ad una più equa distribuzione delle ostetriche nei vari ospedali aziendali» anche al fine di raggiungere gli obiettivi sensibili ai fini della griglia dei Lea (Livelli di assistenza) di riduzione dei parti cesarei.

«Ho in queste ore preso provvedimenti per fronteggiare la carenza segnalata presso l'ostetricia del San Paolo - risponde al Mattino il direttore generale della Asl, Mario Forlenza - e ho già dato disposizioni, all'ufficio del personale, di avviare con procedura di urgenza il reclutamento di personale ostetrico tramite mobilità regionale ed extraregionale. Procedure che hanno i loro tempi ma anche stiamo cercando di velocizzare al massimo. Un'ancora di salvataggio per l'ostetricia del San Paolo, che è l'unico ospedale della Asl che offre corsi gratuiti di accompagnamento alla nascita in cui le ostetriche sono chiamate anche a svolgere un importante ruolo di assistenza nel travaglio abortivo nell'ambito del servizio di interruzione volontaria di gravidanza. «Non bisogna sottovalutare - aggiungono le ostetriche - che con una sola unità per turno vengono meno anche gli spazi a tutela della riservatezza in tali procedure».

L'unità di ostetricia e ginecologia dell'ospedale San Paolo serve un bacino di utenza di circa 200-300 mila abitanti e negli ultimi anni ha superato gli standard minimi assistenziali per numero di parti previsti dalle norme vigenti. Per il volume di attività la ginecologia dell'ospedale di Fuorigrotta è sovrapponibile a quelli raggiunto dalla media altri ospedali della stessa Asl.

Guarda con preoccupazione agli standard di personale del San Paolo anche la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, firmataria di un'interrogazione nella quale chiede lumi alla Regione su «come intende garantire il funzionamento della rete dell'emergenza nell'area occidentale di Napoli, tenuto conto che il San Paolo è ben lontano dagli standard che connotano la classificazione attribuitagli dal piano ospedaliero, di Dea di I livello e su quali atti di programmazione regionale sia fondato lo studio di fattibilità per la costruzione di un nuovo ospedale San Paolo di 200 posti letto (come quello attuale) da edificare a Cavalleggeri con 70 milioni di euro del ministero e 4 della Regione».
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