Napoli, l'isola pedonale dimenticata: ripartono le domeniche ecologiche

Napoli, l'isola pedonale dimenticata: ripartono le domeniche ecologiche
di Luigi Roano
Sabato 27 Aprile 2019, 08:00 - Ultimo agg. 15:48
3 Minuti di Lettura
La risposta al caos traffico nella Napoli assediata dai turisti e dai cantieri è quella delle domeniche ecologiche. Vale a dire stop alle auto dalle 9,30 alle 13, si inizia domani. Ben vengano le domeniche ecologiche a patto però che siano inserite in una strategia della gestione del traffico soprattutto in determinati giorni. Quando cioè si sa con largo anticipo che l'affluenza è altissima: Pasquetta, il 25 aprile e tra pochissimo il Primo maggio sono periodi che si possono e devono programmare per tempo. Non arrivano all'improvviso. Altrimenti le domeniche ecologiche hanno solo il sapore di una beffa. Invece Napoli ha bisogno di ben altro. Eppure sono almeno due i progetti - uno all'attenzione anche della commissione consiliare alla mobilità - che languono, sono bloccati. Parliamo delle «Isole» e dei varchi del progetto Nausica di cui si discute da ben 4 anni: che fine ha fatto? Nausica serviva a blindare il centro storico e chiudere pezzi di città al traffico. E il secondo - più recente quello oggetto della Commissione - che prevede l'utilizzo dei depositi dell'Anm e gli oltre 3000 posti auto che si trovano ai margini del centro cittadino tra San Giovanni e Fuorigrotta in modo da chiudere il centro al traffico perché resta chiuso nei cassetti del Comune?
 
Partiamo dalla proposta della commissione presieduta da Nino Simeone che si potrebbe attuare in tempi brevissimi con costi molto limitati. Il senso è quello di limitare l'accesso in centro città sfruttando da un lato i posti auto a disposizione che sono 3063, si tratta di stalli a tariffa giornaliera, che si trovano tutti intorno al centro cittadino, dall'altro aggiungendo a questi i depositi chiusi dell'Anm come quello del Garittone e della Stella Polare almeno altri 1500 posti auto. Basterebbe collegare i parcheggi con il centro con delle navette su gomma laddove non c'è il trasporto su ferro e si tratta ormai di poche zone di Napoli. Nell'area ospedaliera c'è la metro con due fermate e altrettanti parcheggi annessi, oppure a Fuorigrotta dove c'è la linea 2 della metro e la Cumana, giusto per fare due esempi non ci sarebbe la necessità della gomma. Il tema però è che manca una strategia di fondo per mettere a sistema risorse che ci sono già e che non si sfruttano. Chiaro che vigili urbani e i lavoratori dei trasporti dovrebbero dare il loro apporto e essere pagati per gli straordinari. E si tratta di cifre abbordabili: a Pasqua tenere in attività metro e bus è costato meno di 10mila euro. A fronte degli incassi che arrivano dal turismo è una spesa ampiamente sostenibile.

Del progetto Nausica ((Napoli Area Urban Smart Innovative distribution Centre for Art Cities). - che dovrebbe essere finanziato con i Pon Metro 2014-2020 - si parla dal 2016: prevede sei Isole con altrettanti varchi videosorvegliati. Si tratta di un'ampia Ztl immaginata per regolare il traffico delle merci all'interno e nel perimetro esterno al centro storico, in realtà il progetto subito è stato esteso anche al traffico veicolare, fino ad immaginare «la Ztl del bacino centrale della città». Ma è tutto fermo: perché? Varchi - giusto per avere un'idea - che comprenderebbero oltre che via Tribunali (unico funzionante parzialmente), vico Cinque Santi angolo via dell'Anticaglia, vico Gerolomini angolo via San Giuseppe dei Ruffi. E tutte le zone dei tre Decumani per arrivare poi all'istituzione della Ztl dei Vergini e quella dei Quartieri Spagnoli, zona via Speranzella, analogamente anche al Vomero è previsto di estendere la Ztl sul lato di via Morghen.
© RIPRODUZIONE RISERVATA