Napoli, primavera senza verde: chiusi sette parchi su 13

Napoli, primavera senza verde: chiusi sette parchi su 13
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 3 Aprile 2019, 07:30
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La primavera a Napoli non è mai arrivata: parchi chiusi, transennati per larghi tratti o malridotti. E non parliamo solo dei 13 giardini comunali, ma anche di quelli municipali e storici. Sono sette i polmoni verdi del tutto off limits. Problemi ovunque, quindi, e anche nelle aree aperte: dalla carenza di personale al rischio sicurezza che si trascina dalle tempeste dell'autunno scorso e di febbraio.

Le Idi di marzo sono come Godot: nel 2019 napoletano molti aspettano invano di passeggiare nel verde accarezzati dai raggi del sole. Dopo l'inchiesta della Procura in Villa Comunale, scatta l'allarme anche in Floridiana, «chiusa per il 50 percento spiega Luisa Ambrosio, direttore del parco vomerese e del Museo Duca di Martina - E con zero custodi e zero giardinieri. Per rimetterla in sicurezza serviranno 2 milioni di euro. Nella tempesta di ottobre sono caduti 50 alberi».
 
Partiamo dal parco vomerese. All'ingresso nessun custode, nemmeno nel gabbiotto. Si nota solo un cartello che avvisa di non oltrepassare le aree transennate per «rischio crollo alberi». I viali centrali, va detto, non sono uno scempio, escluso un grosso tronco caduto per la bufera e ancora sul prato. Per il resto però, ai lati del museo Duca di Martina, ci sono più transenne che zone aperte. Off limits tutte le aree confinanti con via Aniello Falcone e Villa Lucia. Inoltrandosi nella Floridiana, dunque, lo scempio arriva: aree di bivacco, preservativi, secchi di vernice, rovi su rovi e alberi caduti. A proposito di cadute, in molti punti nemmeno più le transenne stanno in piedi. «Per motivi di sicurezza è severamente vietato oltrepassare le transenne si legge sul cartello alla soglia di un'area interdetta Sono ancora in corso lavori di potatura». Di giardinieri, però, nemmeno l'ombra.

La gestione della Floridiana, che è di proprietà dello Stato, spetta al Polo Museale. L'ultima di tre convenzioni col Comune documenti in cui Palazzo San Giacomo, tra 2010 e 2016 si impegnava ad aiutare nella manutenzione e nella sorveglianza del parco è scaduta a dicembre di tre anni fa. «Da allora prosegue Ambrosio il Comune ha detto che non sarebbe più riuscito ad aiutarci. E così è stato. In Floridiana non c'è nessun giardiniere in organico, né custodi. L'ultimo sorvegliante è andato in pensione il mese scorso. I pochi dipendenti rimasti, non più di tre al giorno personale mandato dal Ministero sono concentrati nel museo. Per la messa in sicurezza servono 2 milioni di euro, che abbiamo chiesto allo Stato. Ci hanno risposto con favore, ma ancora non c'è nulla di ufficiale. Coi pochi fondi che abbiamo, comunque, siamo riusciti a riaprire il parco, mettere in sicurezza alcune aree e collaboriamo con docenti universitari e associazioni di volontariato. Il 6 aprile Clean Up verrà a ripulire l'area del belvedere».

I giardinieri comunali filtra da via Verdi sono 104 (tra cui i potatori, che da 22 sono scesi a 15 causa pensionamenti). I custodi sono 54 e gli agronomi 4, ma entro il 2019 andranno tutti in pensione. Numeri questi che vanno distribuiti su un totale di 11 parchi comunali (sarebbero 13, ma la custodia del San Gaetano Errico e del Virgiliano è di Napoli Servizi). Alla cronica carenza di personale, si aggiunge il problema affatto secondario «dell'età media di 63 anni di custodi e giardinieri», spiega Marco Gaudini, consigliere comunale dei Verdi. Napoli è una città per vecchi, insomma. Anzi nemmeno, dato che «con quota 100 il personale addetto ai parchi diventerà prestissimo ancora più esiguo. E per aprire e chiudere un singolo parco servono 8 persone al giorno». Negli ultimi mesi 50 pensionamenti e addirittura svariate morti. «L'unica soluzione attuabile è quella della stabilizzazione degli Lsu annunciata dalla Giunta domenica conclude Gaudini Un centinaio di questi dipendenti dovrebbero essere destinati ai parchi. Va fatto poi quanto prima un concorso per gli agronomi».

A oggi sono 6 i giardini chiusi da fine ottobre: il Poggio ai Colli Aminei, il San Gennaro nella Sanità (si cercano fondi per interventi strutturali), il Re Ladislao a Carbonara, due varchi del parco dei Camaldoli (dove sono volati via più di 30 castagni), il Viviani, il Totò a Bagnoli. Sette chiusure se si conta anche il Gasometro (mai aperto, ma su cu l'assessorato al Verde ha annunciato l'imminente l'approvazione della variante in Giunta e la successiva partenza dei lavori). A Capodimonte sono chiusi i viali della corsa. La riapertura del Poggio, dove i lavori di ripristino sono già iniziati, è prevista dall'assessorato al Verde entro metà mese. E sul Viviani, «chiedo aiuto al Comune dal 27 ottobre sospira il presidente della II Municipalità Francesco Chirico per un parco su cui abbiamo investito 400mila euro e che era aperto da meno di un anno. Nell'ultima riunione si è finalmente trovata la strada per rimuovere i tre alberi pericolanti e il cavo elettrico sollevato dopo la caduta di un tronco».
 
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