Acerra, dopo vent'anni addio
alla vergogna delle ecoballe

Acerra, dopo vent'anni addio alla vergogna delle ecoballe
di Pino Neri
Lunedì 20 Giugno 2022, 08:43
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Cinquantamila tonnellate di rifiuti incastrate da quasi vent'anni tra filari di albicocchi e campi di ortaggi, a pochi passi dai comignoli fumanti dell'inceneritore. Sono le cosiddette ecoballe, immondizia accatastata durante le terribili emergenze che si sono succedute a partire dal 2004 nel sito di stoccaggio di località Pantano, campagna a nord di Acerra.

Montagne di materiale immondo coperte da immensi teli di plastica nera, una presenza indigesta alla popolazione, soprattutto ai contadini che coltivano terreni ancora fertilissimi. Ma ora s'intravede finalmente uno spiraglio di luce.

L'operazione di rimozione dei rifiuti inizierà infatti il 10 luglio, dopo quasi due decenni di inutili attese. Bonifica ormai dietro l'angolo, dunque. È stato appena aperto il cantiere per l'eliminazione degli scarti accumulati su due gigantesche piazzole rettangolari. Gli operai della ditta incaricata dalla Regione stanno installando all'interno del sito di stoccaggio le attrezzature che serviranno a togliere di mezzo le montagne d'immondizia, che sarà smaltita fuori regione.


Stessa operazione è prevista anche per il sito di stoccaggio delle ecoballe di Fragneto Monforte, in provincia di Benevento, dove si trovano ammassate altre 47mila tonnellate di scarti. Anche qui c'è un cantiere che è stato aperto dalla stessa ditta che ha vinto l'appalto per la rimozione da venti milioni di euro, bandito dalla Regione. Un'operazione che ha subito i soliti tempi lunghi di una normativa ancora troppo farraginosa in materia. E quando tutto sembrava risolto ci sono voluti tre mesi di battaglia giudiziaria per aggiudicare definitivamente la gara per i lavori. Le ditte che l'avevano persa si erano rivolte prima al Tar e poi al Consiglio di Stato. Ma la giustizia amministrativa ha respinto i ricorsi delle aziende perdenti dando ragione ai legali incaricati dalla Regione a contrastare quest'ultimo ostacolo. Intanto Fulvio Bonaviticola, vicepresidente e assessore all'Ambiente della giunta retta dal governatore Vincenzo De Luca, è soddisfatto dall'andamento delle operazioni. «Con Acerra e Fragneto Monforte spiega - siamo alle battute finali per completare la prima filiera delle tre di cui si compone il nostro programma di rimozione delle ecoballe, quella del trasporto per il trattamento in impianti fuori regione. Per questa filiera specifica Bonavitacola - siamo oltre la soglia di un milione di tonnellate rimosse ed entro pochi mesi raggiungeremo l'obiettivo finale. Com'è noto le altre due filiere riguardano il trattamento dei rifiuti nei due impianti ubicati nel territorio regionale: quello di Caivano, già attivo da un anno e che ha consentito di ridurre di un terzo la multa europea, e quello di Giugliano, che sarà attivo entro questa estate e che consentirà la riduzione di un altro terzo di rifiuti». Si tratta degli impianti di tritovagliatura delle ecoballe stoccate nel gigantesco sito di Taverna del Re.

C'è ancora un lavoro immenso da fare. Tra il 2000 e il 2010 in Campania si sono accumulate oltre quattro milioni di tonnellate di ecoballe. Circa un milione sono state portate fuori regione. Ma ne rimangono ancora circa 3 milioni, che saranno appunto smaltite dei due impianti di Caivano e Giugliano. È una fase delicata. Sarà necessario rivolgere molta attenzione alla sicurezza dei siti di stoccaggio e degli impianti. Lo stoccaggio di Acerra fu colpito da due misteriosi incendi, entrambi nello stesso anno, prima a marzo e poi ad agosto del 2012. Furono due disastri ambientali. All'epoca l'ipotesi dolosa restò solo un forte sospetto. Quindi la Regione diede il via alla prima operazione di rimozione, a settembre del 2012 e a marzo del 2015, operazione che portò all'eliminazione di 40mila tonnellate di rifiuti. Gran parte di questi scarti furono smaltiti dallo stesso inceneritore di Acerra. Nel frattempo da 7 anni fanno ancora capolino dai frutteti altre 50mila tonnellate di monnezza. Una valanga nera che però tra qualche settimana sarà rimossa e infine smaltita lontano dalla Campania. Stavolta le ecoballe non finiranno nell'inceneritore.

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