Antonio investito e ucciso a Napoli come Maya, ma il pirata della strada è in fuga. I familiari: «Aiutateci a trovarlo»

Antonio investito e ucciso a Napoli come Maya, ma il pirata della strada è in fuga. I familiari: «Aiutateci a trovarlo»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 12 Agosto 2020, 23:30 - Ultimo agg. 14 Agosto, 10:28
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Sono trascorse appena 48 ore dai funerali che hanno commosso Napoli per la tragica morte di Maya, la 15enne investita in piazza Carlo III, e un’altra famiglia piange la perdita di un proprio caro travolto da un’auto. Antonio Ciaramella avrebbe compiuto 80 anni a ottobre e invece è morto in ospedale, il 6 agosto, un giorno prima che lo stesso drammatico destino colpisse la minorenne. Storie simili se pensiamo che entrambe le vittime stavano attraversando a piedi la strada, anche se in quartieri diversi, ma, allo stesso tempo, storie lontane tra loro. L’anziano, infatti, è stato investito da un pirata della strada su viale Traiano. «Chiediamo a tutti un aiuto per far luce sull’investimento di Antonio» questo l’appello dei familiari. 
 

 

«Antonio era un uomo attivo e indipendente, lo consideravamo il motore della nostra famiglia, perché badava ai nipoti e si prendeva cura di tutti noi», spiegano i figli dell’ottantenne che aveva un passato da sportivo e continuava a mostrarsi autonomo e in forze nello svolgimento della propria vita quotidiana. «Viveva con la moglie e si spostava con la propria auto senza problemi, come è accaduto il giorno dell’investimento su viale Traiano» continuano a spiegare i parenti che non sono a conoscenza del motivo per il quale si trovasse lì, dove aveva parcheggiato l’auto. «Antonio è stato investito il 16 luglio scorso, intorno alle 18.45 da un’auto pirata ed è stato trasportato d’urgenza in ospedale dove è morto» raccontano i familiari che non sono «alla ricerca di colpevoli, né di vendette ma solo di giustizia per Antonio». L’ottantenne, arrivato alla pensione dopo una vita professionale in banca, è stato ricoverato prima all’ospedale San Paolo e successivamente all’ospedale del Mare dove è morto il 6 agosto 2020 dopo una degenza di 22 giorni in Terapia Intensiva non riuscendo a sopravvivere ai gravi traumi riportati nell’investimento. 
 
 

«Ci affidiamo alla giustizia e non abbiamo alcun rancore nel cuore, perché non siamo in cerca di vendetta» insistono i familiari di Antonio che lanciano un invito rivolgendosi a tutti coloro che avranno possibilità di aiutarli. «Chiediamo a chi ha visto qualcosa di aiutarci e riferirlo alle autorità che stanno procedendo alle indagini - chiedono i figli - vogliamo solo giustizia e sapere cosa è accaduto a nostro padre ma senza rabbia, non cerchiamo colpevoli». L’appello su possibili segnalazioni che, in questo momento delicato delle indagini potrebbero accelerarne la conclusione, arriva anche dalla sezione Infortunistica stradale della polizia municipale che ha in carico il caso. «Siamo sulle tracce dell’investitore e le indagini sono indirizzate verso la conclusione, per questo l’invito principale è rivolto a chi ha la responsabilità dell’investimento, affinché si presenti per non aggravare ulteriormente la sua posizione in riferimento ai reati di omicidio stradale e omissione di soccorso - dichiara Antonio Muriano, comandante dell’Infortunistica Stradale - in ogni caso, se qualcuno ha visto e ritiene di avere elementi utili lo invitiamo a contattarci anche in forma anonima». 
 

«La vittima è stata investita mentre si accingeva ad attraversare su viale Traiano, dopo l’incrocio con via Adriano all’altezza di un’edicola, probabilmente da una Lancia Ypsilon che ha colpito l’uomo e si è data alla fuga verso via Cinthia» - chiarisce Muriano - che dai primi rilevi sul posto, ha documentato la traccia di una lieve frenata sull’asfalto. Antonio aveva parcheggiato la propria macchina sul viale prima che l’auto pirata lo urtasse, provocandone il violento impatto sul pavimento stradale dove ha battuto la testa. L’autopsia è stata eseguita e si attendono ulteriori accertamenti. «Le indagini sono state articolate e stiamo ancora procedendo all’ascolto delle testimonianze ma per accelerare i tempi abbiamo deciso di allargare l’azione di tracciamento grazie all’acquisizione delle immagini telecamere che ora abbiamo esteso a buona parte del quartiere - conclude Muriano - un’operazione che impiegherà tempo ma ci auguriamo garantisca risultati».
 

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