Apple alla Federico II, per ottobre al via ai corsi. I manager a San Giovanni a Teduccio

Apple alla Federico II, per ottobre al via ai corsi. I manager a San Giovanni a Teduccio
di Gigi Di Fiore
Mercoledì 27 Aprile 2016, 10:39
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Sono rimasti a discutere per quasi cinque ore, in un'aula al piano terra della futuribile struttura realizzata in fondo a via Signorini nel quartiere orientale di San Giovanni a Teduccio. Ecco di nuovo il management operativo Apple, ecco i tre manager delegati dalla multinazionale americana ad illustrare a il progetto del centro di formazione per sviluppatori di software a Napoli. Erano già stati in questa struttura un mese fa, per un semplice sopralluogo nell'edificio. Ora il bis, per parlare nel dettaglio dell'idea che circola ormai da cinque mesi e potrebbe diventare un ulteriore investimento d'immagine per Napoli.Sernur Tatari, senior manager di origini turche, è arrivata dal suo uffico di Londra con la mission di spiegare le idee e il progetto della società al rettore e ai docenti del Politecnico dell'Università Federico II che dovrebbe mettere a disposizione strutture e professori.

Affiancata dai suoi collaboratori, Daryl Hawes e Gilles Deltel, la manager scende dal pulmino nel piazzale dell'Insediamento universitario Napoli est ed entra subito nella struttura trascinando il suo trolley. Esprime subito un suo desiderio: «Niente fotografi, né giornalisti, sia dentro sia fuori in attesa».Tutti allontanati con cortesia, mentre nell'aula si chiudono i tre manager Apple, il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, il docente responsabile del dipartimento informatica del Politecnico, Giorgio Ventre. E poi, il preside della facoltà Piero Salatino, il docente ed ex preside Edoardo Cosenza (già assessore nella giunta Caldoro alla Regione), il professore Leopoldo Angrisani, direttore del progetto Cesma. Alla riunione partecipa anche Francesco Nicodemo, l'esponente del Pd napoletano che per conto del premier Renzi segue il progetto da realizzare.L'idea è nata, infatti, dopo l'incontro di ottobre tra Matteo Renzi e Tim Cook, amministratore delegato di Apple. La società americana aveva da poco raggiunto con l'Agenzia delle entrate un accordo di transazione per 318 milioni di euro sulle tasse evase in Italia e, dopo l'incontro con Renzi, è partito l'annuncio: dopo quello già operativo in Brasile in Sudamerica, sarebbe stato realizzato in Italia un secondo centro di formazione per sviluppatori di applicazioni di software, stavolta indirizzato all'Europa. Un terzo, probabilmente, verrà poi aperto in Indonesia per l'Asia.Cinque ore, per spiegare cosa ha in mente la Apple per Napoli. I documenti e qualcosa di scritto arriveranno forse nei prossimi giorni via mail. Per ora, la senior manager Sernur Tatari spiega a voce che cose la Apple chiede alla Federico II e in cosa consisterà il centro per sviluppatori a Napoli. Innanzitutto, viene sgomberato il campo da un'ambiguità che ancora circola: non ci sarà nessuna assunzione diretta di giovani alla Apple. Né con contratti a tempo, né tanto meno con contratti a tempo indeterminato. Il numero, poi: non saranno 600, ma 4-500 i giovani a partecipere ai corsi, con gruppi da 20, che significano circa 25 docenti mirati e impegnati solo nei corsi che dureranno un anno accademico pari a nove mesi.I giovani accederanno ai corsi dopo una preselezione rigorosa, aperta a tutti i giovani d'Europa. Non si sa se la preselezione, coordinata dai manager Apple e dai docenti, sarà fatta a Napoli o altrove. E poi, ancora, l'impegno finanziario: la senior manager ha chiarito che per ora non esiste una precisa quantificazione dei capitali da investire nel progetto, che verranno stabiliti quando il programma prenderà maggiore consistenza concreta con stime sui costi precisi. L'intenzione della società è sostenere il progetto con borse di studio e, naturalmente, con propri formatori che affiancheranno i docenti universitari. Anche ai docenti universitari verrebbero assicurati, per il particolare impegno mirato chiesto dalla società americana, dei compensi a parte.

Poi, naturalmente, la società ha fatto una serie di richieste, soprattutto logistiche e organizzative, all'Università Federico II partner istituzionale nel progetto. Innanzitutto, gli spazi: i corsi dovrebbero tenersi non in aule tradizionali, ma grossi luoghi aperti organizzati secondo idee architettonico-funzionali già realizzate in Brasile. La sede universitaria a San Giovanni a Teduccio, che da settembre aprirà ai corsi di tremila studenti del primo anno d'Ingegneria, sembra quella più adatta, perché moderna e già pronta con locali disponibili al primo piano, idonei ad ospitare i corsi.«Si tratta di un progetto impegnativo - commenta il professore Giorgio Ventre, delegato dal rettore a seguire i passaggi delle proposte Apple - Dovremo esaminare quello che ci è stato illustrato, fare le nostre valutazioni anche con le altre facoltà. Si tratta di un progetto di natura regionale, che coinvolgerà più docenti anche di provenienza esterna».Entro due settimane, dunque, la Federico II dovrà far arrivare alla Apple le sue proposte organizzative, il dettaglio delle sue disponibilità logistiche con le eventuali modifiche strutturali che dovrebbero seguire le richieste della società americana. Di certo, la Apple vorrebbe partire non oltre ottobre. Tempi stretti, dunque, tenendo conto anche del periodo estivo.

I 4-500 giovani che usciranno dal corso annuale avranno comunque a disposizione un'occasione unica, che potrebbe offrire loro prospettive ampie di lavoro in più aziende.
E, per questo, commenta Francesco Nicodemo: «Speriamo di poter coinvolgere nel dopo corso più partner imprenditoriali». Sicuramente, il corso offrirà un'occasione, ma lo sbocco occupazionale sarà successivo alla formazione ottenuta con i docenti e gli sviluppatori della Apple. All'Università, invece, si perfezionerà la preparazione di sviluppatori di software di qualità. Non c'è ancora certezza sulla sede dei corsi, anche se parte favorito l'insediamento universitario Napoli est inaugurato un anno fa, realizzato sull'area della ex azienda Cirio. Un recupero anche di archeologia industriale.
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