Arzano in lockdown, l'allarme della Procura: «La mano della camorra dietro la rivolta»

Arzano in lockdown, l'allarme della Procura: «La mano della camorra dietro la rivolta»
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 20 Ottobre 2020, 11:00 - Ultimo agg. 17:08
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Tira una brutta aria a Napoli e in provincia, e non solo per i numeri che indicano in crescita la pandemia. No. Ad ammorbare l'atmosfera c'è adesso anche il sospetto che dietro alcune proteste di piazza inscenate nei giorni scorsi di fronte a misure drastiche come quella del lockdown adottato ad Arzano, e dunque ad aizzare la gente inducendola a scendere in strada per favorire proteste clamorose come i blocchi stradali, possa esserci la camorra. L'allarme è stato lanciato ieri sera dai vertici della Procura di Napoli durante la conferenza regionale delle autorità di pubblica sicurezza presieduto dal prefetto di Napoli Marco Valentini. Al vertice erano presenti i prefetti e i sindaci dei cinque Comuni capoluogo di provincia, i procuratori di Napoli Giovanni Melillo e di Salerno Giuseppe Borrelli, con i vertici provinciali delle forze dell'ordine.

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Occhi bene aperti e un costante lavoro di intelligence di polizia, carabinieri e finanza su tutto il territorio della provincia di Napoli, ma soprattutto sui Comuni commissariati per infiltrazioni mafiose, indicano che dietro rivolte apparentemente spontanee e al di là delle insofferenze varie per le restrizioni imposte dalla pandemia ci sia la regìa dei clan. Tre ore di intenso lavoro, al vertice di ieri sera al quale era assente il governatore della Campania De Luca (al suo posto il neonominato assessore alla Sicurezza, prefetto Mario Morcone). 

 

Al termine della riunione lo stesso prefetto di Napoli - che ha posto al primo punto della sua agenda l'azione di contrasto alle infiltrazioni mafiose anche rispetto alla pioggia di finanziamenti in arrivo grazie al Recovery Fund - ha detto che «si sta facendo un grande lavoro in una fase delicata, in cui ci aspettiamo che nei un prossimi mesi miliardi di euro arriveranno anche in questo territorio per aiutare la fase di ripartenza post-epidemia Covid.

La Campania ha una presenza radicata della camorra, non siamo affatto tranquilli e lavoriamo sulla prevenzione con le forze dell'ordine che stanno mettendo in campo sofisticati modelli di analisi del rischio di infiltrazione criminale, sia con il contrasto della polizia giudiziaria e della magistratura».

«Ci preoccupa anche - ha aggiunto Valentini - la condizione degli enti locali: nell'area metropolitana a volte non c'è una buona amministrazione e c'è una forte esposizione alle infiltrazioni criminali, e quindi abbiamo un monitoraggio attento di questa realtà; su questo siamo preoccupati ma anche preparati». Il prefetto ha sottolineato anche «la vulnerabilità sociale e del mondo del lavoro che a Napoli era già un contesto provato da forme di precariato e di mancanza di lavoro da tempo. Quindi vogliamo fare tutto il possibile nella collaborazione tra istituzioni per aiutare i lavoratori in difficoltà, per un sostegno a chi vive in precarietà: perché in questo territorio è un lavoro importante dal punto di vista sociale e del rispetto della legalità». 

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In questi ultimi mesi le questioni della salute pubblica e della sicurezza si sono più che mai intersecate: e c'è stato un gran lavoro svolto da polizia, carabinieri, finanza e polizia locale, per non parlare di quello della magistratura inquirente. «Già da marzo - ha concluso il prefetto di Napoli - siamo molto attenti su questo tema per far rispettare tutte le misure dello Stato e della Regione, sensibilizzando i cittadini ad una autoprotezione. Si tratta di sollecitare con maggior forza, soprattutto in questa fase in cui la curva epidemica crea preoccupazione, tutti i cittadini a fare la loro parte. Saremo rigorosi nei controlli».

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