«Bimbo salvato a via Toledo,
abbiamo fatto il nostro dovere»

Il racconto dei vigili: non respirava più

Via Toledo
Via Toledo
di Paolo Barbuto
Mercoledì 23 Agosto 2023, 10:48
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Un bimbo di due anni ha un malore in via Toledo, i genitori sono disperati, un medico di passaggio si ferma, giudica disperata la situazione. Passa una pattuglia della polizia municipale, gli agenti comprendono la gravità della situazione, caricano a bordo il bimbo e lo portano a sirene spiegate all'ospedale Santobono dove i medici riescono a salvargli la vita. La vicenda si è verificata nel pomeriggio di lunedì ma la notizia è stata resa nota solo ieri, quando c'è avuta la certezza che il bimbo fosse ufficialmente fuori pericolo.

Tutto accade nel primo pomeriggio, intorno alle 15. La famiglia in visita dalla Sicilia passeggia su via Toledo fra i turisti, in un caldo asfissiante. All'improvviso il piccolo Michele si ferma, poi si abbandona, svenuto.

I genitori fanno di tutto per fargli riprendere i sensi, si forma un capannello di persone, per fortuna tra la gente c'è un medico, napoletano, che poi spiegherà di essere passato per caso, ché via Toledo non appartiene ai suoi percorsi abituali.

Il dottore si avvicina al piccolo Michele, chiede che parta subito l'allarme al 118 perché è necessaria un'ambulanza. In quel preciso momento passa la pattuglia della municipale destinata alla sorveglianza della strada. Alla guida della vettura Francesco Giuseppe Pandolfo, 41 anni, da quattro in polizia municipale, al suo fianco il giovane Daniele Papi che indossa la divisa da soli due mesi.

Si fermano, cercano di capire cosa accade. Pandolfo incrocia lo sguardo del medico: non c'è tempo, non è possibile aspettare l'ambulanza, bisogna fare in fretta: «Non ci ho pensato nemmeno un attimo, ho subito detto al dottore di portare il bambino dentro l'auto. Sono saliti anche i genitori, disperati, ho acceso la sirena e sono partito a tutta velocità verso il Santobono».

Strade quasi deserte per via delle vacanze estive e anche per l'orario, la controra, che ha spinto in casa i pochi napoletani rimasti in città. La corsa disperata verso l'ospedale dei bambini si consuma in una manciata di minuti: «Non ho contato il tempo, credo di aver impiegato quattro o cinque minuti a raggiungere il pronto soccorso».

Appena giunto in ospedale il piccolo è stato preso in carico dai medici che in poco tempo lo hanno stabilizzato. Il piccino è stato ricoverato e, con il passare delle ore, le sue condizioni sono migliorate a vista d'occhio fino ad arrivare a una situazione stabile che nelle prossime ore gli consentirà anche di essere dimesso.

Nei primi momenti la pattuglia della polizia municipale è rimasta davanti al pronto soccorso del Santobono: «Volevamo sapere se quel bimbo stava bene, non saremmo andati via per niente al mondo - dice Pandolfo, che spiega con orgoglio - quando l'allarme sulle condizioni dei piccino è cessato, ho parlato con un medico il quale mi ha detto che se fosse passato un minuto in più, non ce l'avrebbe fatta. Sono entusiasta di essere intervenuto in tempo. Ci siamo trovati al posto giusto nel momento giusto». Di fronte alla precisazione che nel posto giusto, al momento giusto, c'erano anche le persone giuste, Pandolfo si schermisce: «È nostro dovere soccorrere i cittadini. Abbiamo fatto quel che andava fatto».

In realtà il ferreo regolamento della polizia municipale imporrebbe il divieto di far salire chiunque a bordo dell'auto di servizio, solo un eventuale arrestato può essere ammesso: «Ma le regole possono anche essere infrante di fronte a un evento del genere», spiega sorridendo il comandante della municipale di Napoli, il generale Ciro Esposito, dopo aver fatto pubblicamente i complimenti ai due agenti che hanno compiuto il soccorso.

Prima di lasciare il Santobono, Francesco Giuseppe Pandolfo ha promesso al piccolo Michele che, quando verrà dimesso, la stessa auto che l'ha portato lì tornerà per riportarlo alla serenità della sua vita.

«Sono in costante contatto con il papà che mi aggiorna sulle condizioni di Michele. Quando uscirà io e il mio collega saremo ad aspettarlo a bordo della nostra auto di servizio. Sarà una maniera per chiudere il cerchio di questa vicenda. Spero che l'appuntamento arrivi presto, significa che quel bimbo è guarito completamente».

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