Bonus spesa, il mistero di Napoli: più domande a Chiaia che a Forcella

Bonus spesa, il mistero di Napoli: più domande a Chiaia che a Forcella
di Paolo Barbuto
Mercoledì 22 Aprile 2020, 09:00
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Il bonus spesa del Comune ha aiutato migliaia di famiglie in crisi. Ieri mattina l'assessore Buonanno alle Politiche Sociali ha, giustamente, diffuso con fierezza i dati della prima settimana di utilizzo del sostegno: «La misura inizia a dare i suoi frutti: sono state già acquistate le prime 10.467 spese, effettuate da altrettanti nuclei familiari con reddito pari allo zero, mediante l'utilizzo dei pin nei supermercati convenzionati».

Al comunicato con i dettagli sull'esordio dei buoni spesa, il comunicato ufficiale di palazzo San Giacomo allega il particolare della provenienza delle richieste per ottenere i buoni. E proprio quell'allegato apre uno scenario nuovo che consente di osservare il fenomeno della povertà da coronavirus da un'altra prospettiva.
Il numeri che il Comune diffonde sono quelli assoluti, riferiti, cioè, alle richieste pervenute da ogni singolo quartiere, non vanno messi in fila così come sono stati diffusi, andrebbero valutati, ad esempio, sulla base del numero di abitanti per singolo quartiere o per indice di povertà diffuso zona per zona.
 
 

Non abbiamo a disposizione il dettaglio sull'indice di povertà ma quello sulla diffusione delle richieste di bonus spesa sì. Così rilevare che dal quartiere Chiaia sono giunte, in percentuale sul totale delle domande, più richieste rispetto a Forcella, San Giovanni a Teduccio, Piscinola e tanti altri quartieri meno accorsati, lascia un senso di smarrimento.

Il numero delle richieste dovrebbe essere parametrato al numero di abitanti per avere un valore reale e comparabile, potrebbe obiettare qualcuno. Ovviamente ci abbiamo pensato anche noi.

Così abbiamo cercato un quartiere che avesse popolazione in numero esattamente identico a quella di Chiaia e ci siamo imbattuti in Scampia: poco più di 40mila persone, proprio come Chiaia, appena lo 0,66 di domande di bonus spesa in più.

A dire la verità un numero di abitanti piuttosto vicino a quello di Chiaia ce l'hanno anche a Secondigliano e a Soccavo, e pure qui le differenze con il quartiere della Napoli-bene non sono clamorose, più o meno un punto percentuale di richieste di bonus spesa in più.
 

Possibile che a Chiaia ci sia la stessa percentuale di persone disperate che c'è in altri quartieri periferici o più degradati? Ovviamente sì, è possibile che le cose stiano in questa maniera anche se le risposte potrebbero anche essere altre e, purtroppo, non tutte entusiasmanti.

Innanzitutto questa iniziativa è rivolta a nuclei familiari che non beneficiano di altri sussidi: insomma chi percepisce il reddito di cittadinanza non può accedere,e nemmeno chi ha una pensione o altri tipi di reddito. Questo potrebbe escludere dal conto una parte della popolazione dei quartieri disagiati che già percepiva altri tipi di sostegno.
 
 

Poi c'è la drammatica idea che di fronte alle difficoltà, nella nostra città la camorra riesce sempre a infilarsi con agilità fornendo sostentamento oggi per passare all'incasso domani. Naturalmente la questione in questo caso è trasversale: la malavita può innestarsi sulle difficoltà dei cittadini di Chiaia o di Scampia esattamente con le stesse modalità.

Attualmente sono stati riaperti i termini per poter accedere al bono spesa da 100 euro a settimana e 120 euro nel caso di famiglie con neonati. Sono giunte altre nuove tremila richieste che cresceranno ancora fino a venerdì quando scadranno i termini: «Possono accedere al beneficio - spiega l'assessore Buonanno - tutti i cittadini residenti nel territorio del Comune di Napoli, anche titolari di residenza di prossimità o richiedenti asilo o in attesa di protezione internazionale, che non abbiano reddito o l'abbiano perso per effetto dei provvedimenti restrittivi dettati per il contenimento dell'emergenza sanitaria. Tutte queste azioni sono state messe in campo per garantire ai cittadini risposte concrete che abbiano la giusta empatia politica».
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