Terremoto a Napoli, è più rapido ​il sollevamento del suolo nei Campi Flegrei

Terremoto a Napoli, è più rapido il sollevamento del suolo nei Campi Flegrei
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 21 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 12:41
4 Minuti di Lettura

Prima uno sciame sismico con scosse di bassissima intensità. Poi nel cuore della notte la terra dei Campi Flegrei ha vibrato con maggiore veemenza: alle 22.54, con un evento di magnitudo 2.7, epicentro sul fianco della Solfatara che affaccia su Pisciarelli a una profondità di poco più di 2 chilometri, seguito da un altro di magnitudo 2.3 nell’area dell’Accademia Aeronautica, registrato alle 4.13 di ieri mattina, alla profondità di circa 1.7 chilometri.
Entrambi avvertiti dalla popolazione, si tratta di episodi «che rientrano nella norma di un sistema idrotermale attivo», come rimarca Francesca Bianco direttore dell’Osservatorio Vesuviano. Tuttavia negli ultimi due mesi qualcosa è cambiato. C’è stato un incremento della sismicità (in particolare microsismi) con 248 terremoti a ottobre e 225 a novembre, i più alti dal 2005 quando è ripreso il bradisisma. Sono anche aumentati terremoti con intensità superiore alla magnitudo 2: oltre alla scossa di sabato sera, un anno fa c’è stato un evento di magnitudo 3.1, mentre il 26 aprile il record di magnitudo 3.3. Queste due variazioni sono connesse a un altro cambiamento: è aumentata la velocità di sollevamento, passata da settembre a circa 10 millimetri al mese, rispetto ai 6 millimetri al mese registrati da gennaio. Ma timori di eruzioni non ce ne sono: «Nessuno degli elementi indica risalita magmatica» spiega Bianco. 

 

Sabato la Sala di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, sede di Napoli dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha registrato una sequenza sismica che ha interessato la zona dei Campi Flegrei. Iniziata alle 7.29, è terminata ieri alle 8.58 e ha fatto registrare un totale di 42 eventi. Tre le magnitudo più intense: 2.7 alle 22.54, 2.3 alle 4.13, 1.7 alle 4.20. Come spesso accade, questi eventi sono stati accompagnati da boati avvertiti dai residenti dell’area epicentrale, tra Solfatara, Pisciarelli e Accademia, fenomeni del tutto normali dovuti «all’energia sismica che dalla crosta terrestre passa a un altro materiale di propagazione, ossia l’atmosfera, con parte di questa energia che si trasforma in onda acustica.

Un boato dal tono acuto, che si propaga a circa 2-3 chilometri di profondità, che non ha nulla a che vedere con quello grave dei terremoti appenninici molto più profondi» spiega il direttore Bianco. «Dal 2005 c’è stata la ripresa del fenomeno bradisismico – continua – e spesso registriamo sciami sismici e boati, del tutto consoni a un sistema idrotermale attivo». Finché ci sarà il sollevamento del suolo, quindi, continueranno gli sciami sismici che possono aumentare sia in numero che il magnitudo (l’evento massimo atteso comunque non supererebbe 4). 


Osservando quanto riportato nel bollettino di novembre dell’Ov, si evincono due particolarità: sono aumentati gli eventi sismici mensili ed è aumentata la velocità di sollevamento del suolo. La rete Gps permanente, costituita da 25 stazioni, ha verificato che a partire da settembre il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è di circa 10 millimetri al mese, in incremento rispetto al valore di circa 6 millimetri al mese registrato da gennaio. Nel corso di novembre sono stati registrati 225 terremoti e a ottobre 248, tutti di bassa energia, numeri altissimi che il direttore Bianco connette: «L’aumento del numero di eventi sismici avviene proprio perché contestualizzato al fenomeno di bradisismo attivo. Non siamo meravigliati, neanche gli scienziati che seguono storicamente il bradisisma. Così come la velocità di sollevamento, che negli ultimi dieci anni ha avuto dei picchi anche superiori», come avvenne agli inizi di dicembre 2012 (quando si passò al livello di allerta Gialla) con valori pari a circa 30 millimetri al mese. Per il direttore «è possibile che simili modalità siano già avvenute in passato, cioè prima di avere un aumento della densità strumentale, in grado di registrare anche sismi con magnitudo -1.5. È la prima volta che siamo in grado di seguire il processo bradisismico così accuratamente, intercettiamo anche i piccolissimi respiri del vulcano. Ma nulla indica risalita magmatica». 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA