Circumvesuviana, i treni non sono sicuri: «Limite a 70 km all'ora»

Nuove misure per mitigare il rischio per passeggeri e dipendenti

Il treno della Circumvesuviana deragliato a Pompei
Il treno della Circumvesuviana deragliato a Pompei
di Francesco Gravetti
Lunedì 12 Dicembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 13 Dicembre, 07:33
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«Un sistema di trasporto inefficiente oltre che altamente pericoloso». Qualche giorno fa il sottosegretario ai Trasporti Tullio Ferrante ha definito così la Circumvesuviana, annunciando provvedimenti per rimetterla in sesto. Parole dure che hanno scatenato la reazione del presidente della commissione Trasporti in consiglio regionale Luca Cascone («Vuole generare paura o chiudere la ferrovia che noi tenacemente difendiamo?») per poi cadere nel vuoto. Intanto la Circum, tra problemi e imprevisti, continua a trasportare ogni giorno migliaia di persone. E lo fa sulla base di autorizzazioni dell'Ansfisa - Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali - che facendo capo al ministero delle Infrastrutture ha appunto il compito di vigilare sulla sicurezza dei trasporti in Italia: se fosse «altamente pericolosa» di certo sarebbe già stata fermata. Peccato però che la stessa Ansfisa non nasconda che vi sono «diverse criticità e carenze, anche inerenti alla manutenzione»: per cui l'Agenzia, «in linea con quanto previsto della normativa italiana ed europea», ha chiesto «la redazione di un piano di rientro» e ne sta monitorando l'attuazione. Una fiducia condizionata, insomma. Ma più esattamente un esercizio che avviene sotto stretto controllo, a garanzia di utenti e dipendenti, con misure adottate per la mitigazione del rischio: il che significa che Ferrante in qualche modo ci ha preso, ma anche che Cascone, dal canto suo, ha ragione a voler smorzare allarmismi. 

Per piano di rientro si intende un cronoprogramma, col quale l'azienda si impegna a risolvere i problemi entro una certa data.

La conclusione del piano è prevista a fine 2023, ma nel frattempo Ansfisa ha impartito una serie di disposizioni ad Eav, cioè l'azienda che controlla Circumvesuviana, per mitigare il rischio per passeggeri e dipendenti. Le disposizioni riguardano la velocità dei treni, che non può superare i 70 chilometri orari (in passato i convogli della Circumvesuviana raggiungevano anche i 90) e la presenza di due lavoratori in cabina, il macchinista e un capotreno che gli sta vicino per meglio gestire il viaggio da compiere. In ogni caso, per ciò che riguarda l'infrastruttura, l'Eav ha ottenuto da parte di Ansfisa il rinnovo dell'Autorizzazione di Sicurezza e, contestualmente il rilascio del Cia (certificati di idoneità all'esercizio), il 20 dicembre del 2021. L'istruttoria ha comunque determinato alcune osservazioni sulle quali Eav deve fornire chiarimenti e integrazioni relative alle procedure utilizzate. La definizione di tutti gli adeguamenti deve concludersi entro marzo 2023. Per l'attività di trasporto sulla Circumvesuviana, invece, il Cie non è stato ancora rilasciato: il procedimento è in corso. Dunque, l'Eav e in particolare la Circumvesuviana sta ancora ottemperando a tutti gli adempimenti necessari per ricevere l'ok definitivo da Ansfisa (anche se, è bene ribadirlo, ciò non vuol dire che la circolazione ferroviaria non sia sicura). Nel frattempo da parte dei manager dell'Agenzia sono stati ispezionati 31 treni completi e 106 elementi (cabine di guida, agenti e veicoli) e sono stati condotti cinque audit di sistema sul gestore e l'impresa ferroviaria riconducibili a Eav, volti a controllare l'intero processo organizzativo dell'operatore. 

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La competenza di Ansfisa su Eav parte dal 2019. Prima se ne occupava l'Ustif, Uffici speciali trasporti a impianti fissi, ora accorpato in Ansfisa. È una data importante, perché da quel momento anche la cosiddette linee isolate sono passate sotto l'egida di Ansfisa, che invece prima supervisionava solo linee maggiori, come quelle delle Ferrovie dello Stato. Le reti ferroviarie isolate dal punto di vista funzionale dal resto del sistema ferroviario sono quelle concesse dallo Stato, per le quali sono attribuite alle Regioni le funzioni e i compiti di programmazione e di amministrazione. In Italia sono una decina e tra queste ci sono anche la Circumvesuviana, la Cumana e la Circumflegrea, controllate Eav. Nel 2019 è successo, dunque, che le disposizioni di sicurezza vigenti per ferrovie più complesse siano diventate le stesse anche per ferrovie meno estese come la Circumvesuviana. Di qui il necessario cambio di passo e l'avvio dell'iter per gli adeguamenti. Che non sempre fila liscio. Per esempio, proprio in attesa che la Circum aggiornasse i suoi standard di sicurezza, la velocità dei treni per qualche tempo è stata abbassata anche a 50 chilometri orari. Del resto, le regole rigide su cui vigila Ansifsa servono a garantire innanzitutto i pendolari, anche se il loro rispetto può comportare seri disagi. «Noi - sottolinea il presidente Eav Umberto De Gregorio - seguiamo scrupolosamente le indicazioni dell'Ansfisa. E questa certifica che il sistema di sicurezza della Circumvesuviana, così come delle altre linee Eav è efficiente». 

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