Coronavirus a Napoli, in campo le cliniche private: disponibili 3.125 posti letto

Coronavirus a Napoli, in campo le cliniche private: disponibili 3.125 posti letto
di Ettore Mautone
Lunedì 30 Marzo 2020, 08:30
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Sono iniziati ieri mattina in Campania i primi trasferimenti di pazienti Covid positivi dalla rete ospedaliera pubblica alle Case di cura accreditate. Un travaso necessario a dare respiro agli ospedali giunti ad un livello di saturazione in tutte le province. Non solo per le terapie intensive e sub intensive ma anche per le degenze di media e bassa intensità dove peraltro hanno bisogno di essere trasferiti i pazienti svezzati dal respiratore. Malati in fase di guarigione ma ancora infettivi che necessitano di essere seguiti e assistiti fino alla completa guarigione. Ma anche ricoveri necessari per pazienti che dalla sorveglianza domiciliare si aggravano e devono essere ospedalizzati per evitare di precipitare nella fase critica. L'accordo tra l'Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) e l'Unità di crisi regionale è stato definitivamente ratificato ieri mattina dal presidente Aiop Campania Sergio Crispino. La modalità di verifica della disponibilità di posti letto della rete accreditata passa attraverso una piattaforma informatica messa a disposizione sul sito web dell'Aiop. Le direzioni sanitarie ospedaliere, collegandosi con apposite credenziali, possono accedere ad una schermata in cui verificare i posti liberi e prenotare il trasferimento.

 



Le Case di cura dispongono di un totale di 3.125 posti letto liberi (tra accreditati e completamente privati) di cui 2.756 accreditati con il Servizio sanitario regionale. Di questi ultimi 664 sono di area medica e 1.570 di area chirurgica, 18 di terapia intensiva, Utic e sub intensiva e 479 di riabilitazione e lungodegenza post-acuti per finire con circa 25 posti in Hospice e per pazienti in coma permanente. Dei 664 posti di area medica alcune centinaia sono stati allestiti e resi disponibili per pazienti Covid non intensivi. A questi si è già attinto ieri mattina per il trasferimento nel Sannio al centro Gepos di alcuni ospiti di Villa Margherita di Benevento. Una struttura per anziani dove la Asl ha proceduto ad effettuare sanificazioni e verifiche di positività al virus. Qui il risultato degli 81 tamponi effettuati registra 53 casi positivi e 28 negativi. Tre pazienti bisognosi di cure sono stati trasferiti al Rummo di Benevento. Per altri due si sta valutando mentre gli altri asintomatici o poco sintomatici sono stati in parte dimessi in quarantena domiciliare o trasferiti appunto al Gepos. Allo stesso modo si sta procedendo nel salernitano dove il Campolongo Hospital ha messo a disposizione una palazzina separata per i ricoveri di pazienti Covid positivi. La restante parte dei posti disponibili, sia di area medica sia di area chirurgica, delle Case di cura può accogliere pazienti non Covid e dunque non infettivi ma bisognosi di cure in tutte le discipline. Pazienti che la rete pubblica può avere bisogno di trasferire anche per attuare la conversione di propri ospedali in centri Covid.
 

Intanto la rete ospedaliera pubblica è sotto stress nonostante le continue nuove attivazioni: alle 17 di ieri su 131 posti di rianimazione attivi per pazienti conclamati quelli liberi erano solo 6 (4 in ospedale e 2 nelle Asl) segnatamente 1 ad Ariano Irpino, 1 a Boscotrecase di sub intensiva, 1 al Ruggi, 2 al Santobono per pazienti pediatrici e 1 a Caserta. Per le terapie intensive dedicate ai casi sospetti su 29 posti totali ieri erano liberi solo 4 (2 a Ischia e 2 al Cto). Non migliora la situazione sul fronte delle degenze ordinarie: su 401 unità assistenziali (di cui 340 dotate di ventilazione assistita) ieri erano solo 9 i posti liberi (Ariano 1 posto, Ischia 2, Cotugno 3, Caserta 2 e Federico II 1). Infine per i casi sospetti in attesa di tampone si segnalano 99 posti totali di cui 1 solo libero alla Federico II. Una situazione che potrebbe essere affrontata (in attesa della realizzazione dei 120 posti degli ospedali da campo e della attivazione completa delle ultime 40 degenze al Loreto, altrettante al Cardarelli e 14 alla Federico II) convertendo in Covid center alcuni presidi delle Asl dotati ognuno mediamente di 8 posti di rianimazione. Esempi sono il San Paolo, il Pellegrini e il San Giovanni Bosco le cui corsie sono attualmente deserte per attività cliniche. Da scartare infatti ogni altra ipotesi di allestire navi o altre strutture che non hanno impianti di sollevamento e per gas medicali.

 
 


Da un lato il Cotugno, grazie a una nuova macchina, ha più che raddoppiato la capacità di processamento giornaliero dei prelievi biologici e dall'altro la rete campana di laboratori si è allargata ai centri di analisi di Nola e Aversa.
Ora la Campania è tra la Regioni che fanno più tamponi rispetto ai contagi e ha superato i mille test al giorno riuscendo ad azzerare le attese. Si iniziano tuttavia a registrare difficoltà nel reperimento dei reagenti (richiesti in tutto il mondo in maniera esponenziale). Chi fa molti tamponi scopre più casi e riduce la diffusione e letalità della malattia. Ora in Campania si pensa a creare un'analoga rete di test rapidi che consentono di dosare in pochi minuti dal sangue gli anticorpi contro il virus. Un test rapido che ieri al Policlinico ha consentito di trasferire subito un paziente oncologico nel reparto di Malattie infettive. La validità tuttavia è massima solo nei sintomatici.

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