Coronavirus a Napoli, morto otorino: è la 18esima vittima in Campania. E De Luca annuncia tre ospedali da campo

Coronavirus a Napoli, morto otorino: è la 18esima vittima in Campania. E De Luca annuncia tre ospedali da campo
di Maria Pirro
Mercoledì 18 Marzo 2020, 07:30 - Ultimo agg. 23 Marzo, 15:00
5 Minuti di Lettura

Un ospedale da campo accanto all'ospedale del mare, a Ponticelli, composto da quattro moduli prefabbricati, ognuno con 16 posti al massimo, tutti attrezzati per la terapia intensiva. Altri due, più piccoli, con la metà dei letti, previsti a Salerno e a Caserta, sempre nei pressi delle strutture sanitarie. Eccolo, il piano della Protezione civile per affrontare l'emergenza coronavirus in Campania: il bando per assegnare la gara è stato pubblicato sul sito della Soresa, la società che provvede agli acquisti centralizzati. 15,5 milioni, la spesa prevista; 24 ore date alle imprese per presentare l'offerta economica più vantaggiosa, ma indicare anche i tempi di realizzazione. Obiettivo: avere al più presto, verosimilmente per metà aprile, i primi 16 posti a Napoli e poi, gradualmente, i 128 i posti extra di rianimazione in tutta la regione, visto che quelli disponibili non bastano, nonostante gli sforzi con l'apertura del Loreto Mare, riconvertito per «soli» Covid-19, e il nuovo reparto al Monaldi. «Lavoriamo per essere pronti e per evitare situazioni estreme com'è accaduto al Nord», e scongiurare «il rischio di non poter assicurare assistenza ai pazienti», è l'impegno del governatore Vincenzo De Luca, che ha dato il via libera alle procedure eccezionali. Quanto disposto finora, insomma, potrebbe non bastare. E, a giudicare dal cronoprogramma che si prospetta, il ritorno alla normalità sembra slittare. Non prima di aprile, se non maggio o dopo ancora. 
 

 

Ma questa non è l'unica novità: de Luca ha anche annunciato l'acquisto di un milione di test rapidi «per avviare una campagna di screening di massa». Con il «Antibody determination», il kit già utilizzato con successo in Cina e ordinato per individuare i contagi ma tra i pazienti sintomatici, in particolare nella fase pre-triage. E, tra i casi positivi già accertati, 554 in totale, 94 in più ieri tra cui tre a Ischia, aumentano i morti. Diciotto in tutto. Tra loro c'è un medico, che avrebbe contratto l'infezione tra i familiari più stretti, anche se è difficile ormai ricostruire la catena dei contatti.

Trasferito nella notte al Monaldi dal Policlinico, per lo stimato foniatra e otorinolaringoiatra, napoletano di 63 anni, non c'è stato più nulla da fare. Come per l'anziana di Pompei: 70 anni, prima ricoverata in una clinica a Eboli per un'operazione all'anca, dal 9 marzo in rianimazione sempre al Monaldi. E altri due decessi si sono avuti in Irpinia: un 78enne di Venticano e una 69enne ricoverata al Moscati e originaria di Ariano, il comune con già due vittime e oltre 30 contagiati tra cui sei operatori sanitari del locale ospedale (difatti, tra quelli messi in quarantena). Ci sono, inoltre, tre casi - un 82enne, una 90enne e un 67enne - a Santa Maria Capua Vetere, un altro dei paesi più colpiti. 



E De Luca torna pure a invocare l'esercito per ridurre la trasmissione del virus, scrive al premier, al ministro della Difesa, al ministro dell'Interno, al capo del dipartimento della Protezione civile e al prefetto di Napoli. A loro segnala «assembramenti dei cittadini e trasgressioni alle prescrizioni imposte». In particolare, nel capoluogo, le violazioni si riscontrano alla Pignasecca, nel rione Sanità e a Secondigliano, dove un video che gira su WhatsApp mostra la gente che se ne frega dei richiami. Senza parlare dei napoletani che si vedono in giro sui bus. «Diventa quindi ancora più urgente - avverte De Luca - la necessità di avere sul territorio le forze armate a supporto delle forze dell'ordine, cui va il riconoscimento del grande sforzo organizzativo e di efficienza». Una «necessità, come sollecitato dagli stessi sindaci, che «diventa altresì indispensabile» nei Comuni in quarantena. La Regione sta organizzando anche le pattuglie della Protezione civile nel Salernitano per bloccare gli irresponsabili. Merita, invece, un'attenzione diversa la situazione dei disabili, inizialmente sottovalutata, tant'è che ieri si è riunita l'unità di crisi proprio per affrontare le problematiche dovute alla sospensione delle attività nei centri dedicati e al «restare a casa» imposto per tutti. «Tra le altre questioni - si legge nella nota di Palazzo Santa Lucia - si è chiarito che ai soggetti con disabilità psichica o patologie psichiatriche, per la gestione delle crisi comportamentali legate alle loro patologie, è consentito uscire di casa con un accompagnatore», portando con sé l'autocertificazione. Stanziati anche 15 milioni per il Fondo Politiche sociali in favore degli Ambiti territoriali e dei Consorzi che assicurano i servizi assistenziali, obiettivo: celerità nei pagamenti. Pagamenti semplificati per le imprese. «Sono state chiarite inoltre - è l'altra precisazione - le diverse raccomandazioni per la prevenzione di possibili contagi e per la corretta gestione delle persone ospitate in strutture residenziali sociali e sociosanitarie». Da distribuire in questi luoghi i dispositivi di protezione, «compatibilmente con la progressiva disponibilità che si prevede nei prossimi giorni e con le esigenze degli ospedali». Nelle strutture sanitarie la tensione resta alta perché i camici bianchi continuano ad ammalarsi. Tra gli ultimi casi, Mario Coppeto, consigliere comunale e dipendente del Santobono,e così trema anche la giunta de Magistris.
 

Il deputato Paolo Russo, responsabile nazionale del dipartimento Sud di Forza Italia, si rivolge a De Luca: «Faccia come Zaia in Veneto, i tamponi a tutti gli operatori». Un nuovo caso sospetto viene segnalato dal Cardarelli, che ha il record di camici bianchi infettati, «tre se ne registrano tra infermieri al Monaldi, in chirurgia generale, cardiologia pediatrica e cardiochirurgia, reparti prontamente chiusi e sanificati. Ma ci sono delle aree comuni con l'ingresso consentito a tutti», intervengono Luigi D'Emilio e Luigi Medici, leader della Cisl Fp in Campania, che insistono sulla necessità di fare il test a tutti coloro che sono impegnati nell'assistenza, e anche all'Inail difatti c'è un caso positivo».
Un altro viene confermato alla Fca di Pomigliano: infetto è un addetto dell'area metrologia, una quarantina i colleghi in isolamento nello stabilimento partenopeo e a Pratola Serra, già da giorni viene firmata una petizione dagli operai per chiedere lo stop alla produzione. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA