Covid a Napoli, appello alla guardia medica: «Venite anche voi in prima linea»

Covid a Napoli, appello alla guardia medica: «Venite anche voi in prima linea»
di Paolo Barbuto
Martedì 10 Novembre 2020, 08:00
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L'altro giorno il responsabile del 118, il dottor Galano, ha dato voce alla sua rabbia: occorre che i dottori della guardia medica scendano in campo, noi siamo in sofferenza, loro sono tanti. Possono venire in supporto della nostra struttura.

La questione affonda le radici nei contratti di lavoro e nella suddivisione delle responsabilità: la guardia medica può intervenire solo in caso di codice bianco e attualmente l'ipotesi che ci si possa ritrovare di fronte a casi Covid non acclarati, trasforma ogni emergenza sanitaria in un possibile confronto con il virus. Poi ci sono altre, numerose, rivendicazioni sindacali, prima fra tutte il surplus di indennità economica che i dottori della guardia medica esigono uguale a quello degli addetti Usca, per mettersi a disposizione della guerra contro il Covid. 

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Pina Tommasielli dopo aver letto del duello verbale fra Galano e i sindacati della guardie mediche ha avuto un sussulto: «Non è tempo per difendere le proprie posizioni, qui è necessario che tutti si rimbocchino le maniche perché la battaglia contro il Covid rischiamo seriamente di perderla».

La dottoressa Tommasielli fa parte dell'unità di crisi regionale Covid 19, si occupa proprio della medicina territoriale, medici di famiglia e guardie mediche, ed è affranta.

La stessa Tommasielli è dottore di medicina generale, il medico di famiglia, il primo punto di riferimento per un ammalato. Lei stessa indossa tuta e protezioni e va, casa per casa, a far visita ai suoi ammalati perciò conosce le difficoltà della vicenda ma sa pure come superarle: «È la medicina territoriale che deve offrire il primo e poderoso contributo per evitare il sovraffollamento degli ospedali: sono i medici di famiglia e quelli della guardia medica che devono intervenire tempestivamente per fornire le prime cure agli ammalati Covid: se si interviene per tempo nella maggior parte dei casi l'ospedalizzazione non serve». 

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Gli addetti della guardia medica, 160 nella sola area dell'Asl Napoli 1 che comprende la città di Napoli, oltre alle prebende economiche chiedono di essere dotati di dispositivi di protezione, corsi per la vestizione delle tute e accompagnamento per evitare di usare l'auto privata. 

Sarebbe già pronto un carico di dispositivi di protezione da inviare presso le sedi delle guardie mediche che sono dieci in tutta la città, a disposizione ci sono anche tutorial per la vestizione e la svestizione in modo da consentire a ciascuno di imparare: «E siamo pronti, anche subito, ad aprire un tavolo con i rappresentanti delle guardie mediche per capire come superare l'impasse», spiega la Tommasielli.

Sul fronte economico invece non ci sono aperture. Quei 40 euro l'ora che vengono garantiti agli addetti Usca non ci saranno per i dottori delle guardie mediche, e nemmeno l'accompagnamento è possibile, bisognerà che si adattino a muoversi con mezzi propri per visitare i pazienti a casa. 

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Dalla Tommasielli arriva, però, un messaggio severo diretto ai medici di famiglia oltre che a quelli delle guardie mediche: «Occorre che tutti si mettano in gioco. Gli ambulatori vanno tenuti aperti, secondo le norme, dal lunedì al venerdì almeno per tre ore al giorno, non ci sono motivi per tenerli chiusi; i medici devono essere reperibili dalle 8 del mattino alle 20 e anche su questo non esistono deroghe».

La severità è dettata dalle continue rimostranze dei cittadini che sostengono di non riuscire ad avere contatti con i medici di famiglia: «È un loro dovere essere disponibili - tuona Tommasielli - io non faccio la difesa della categoria, sono entusiasta quando vedo tantissimi medici di medicina generale che sono disponibili in ogni momento, anche di notte, ma sono severissima con quelli che si nascondono. Anzi, chiedo agli assistiti che non ricevono risposte oppure trovano gli ambulatori chiusi, di andare subito a denunciare quei medici che si nascondono. Qui c'è in gioco la tenuta del sistema sanitario di fronte a una pandemia, chi si sottrae alle proprie responsabilità va individuato e denunciato». 

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