Coronavirus, la Campania condannata al rosso ma i numeri migliorano

Coronavirus, la Campania condannata al rosso ma i numeri migliorano
di Ettore Mautone
Sabato 14 Novembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 15 Novembre, 13:35
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È stato soprattutto il sovraccarico delle cure ospedaliere ad aver spedito, in una sola settimana, la Campania dalla zona gialla a quella rossa facendole rapidamente scalare i tre gradini di rischio epidemico individuati dall’algoritmo messo a punto dal Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. Dovranno trascorrere due settimane per valutare l’andamento dei parametri e riscontrare gli effetti del lockdown partito dalla scorsa mezzanotte. La fotografia scattata dal monitoraggio nazionale riguarda tuttavia la settimana che va dal 2 all’8 novembre mentre intanto scorre un film durato già una settimana. Cosa è accaduto negli ultimi sette giorni? Vediamo i principali parametri. 

L’indice Rt, che indica la diffusività dell’infezione, intesa come la capacità del virus di aumentare il numero dei casi positivi in un intervallo di tempo predefinito, nel corso di questa settimana è in calo. Una tendenza partita già dallo scorso lunedì con un riverbero abbastanza netto soprattutto sul tasso di occupazione delle terapie intensive che è rimasto sostanzialmente stabile. Siamo passati infatti in una settimana dai 179 posti occupati sabato 7 novembre ai 184 di ieri. Una crescita tutto sommato modesta rispetto alla progressione galoppante registrata nelle settimane precedenti all’8 novembre. Il tasso di occupazione, rispetto alla platea dei posti disponibili, è sceso infatti al 28 per cento, dunque sotto il valore limite del 30 per cento fissato tra i 21 indicatori di rischio. Qui va chiarito che il totale dei posti di rianimazione indicati dall’unità di crisi della Protezione civile fa riferimento all’intera dotazione strutturale della Campania, ossia conta anche i posti delle terapie intensive mediche e chirurgiche non Covid. La tendenza non è altrettanto stabile sul fronte dei posti occupati in medicina cresciuti invece del 10 per cento.

In sintesi la situazione della Campania nell’ultima settimana è in chiaroscuro: stabile, nella sua gravità, e tendente a un piccolo rallentamento in termini di progressione dei contagi, di terapie intensive e di incidenza per 100 mila abitanti, ma ancora in difficoltà sul versante dei posti ordinari in ospedali. Miglioramento anche le cure domiciliari che in una certa quota per ogni Asl garantiscono una riduzione degli accessi impropri in ospedale.

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La timida frenata del Covid che si registra oggi in Campania, alla vigilia del lockdown è probabilmente frutto delle parziali restrizioni già attivate quindici giorni fa ma non è sufficiente da sola per consentire un decongestionamento della rete ospedaliera e il calo dei decessi. Questi saranno gli ultimi a calare dopo l’ondata di piena subita per tutto il mese di ottobre in quanto esito finale di contagi che si sono verificati nella maggior parte dei casi due o tre settimane fa. In pratica oggi la curva cresce ma in maniera lineare e non più esponenziale come a ottobre e solo quando l’Rt andrà sotto 1 si potrà identificare il picco epidemico che segnerà la vera e propria discesa. Fondamentale, per questo passaggio, la quota dei malati che guariscono ogni giorno.  

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A voler entrare nel dettaglio il 9 novembre, a fronte di un parziale rialzo della percentuale dei positivi al tampone si sono registrati solo 5 ingressi in più in terapie intensiva e un indice Rt in netto calo a 1,36 mentre venerdì nonostante il record di tamponi la percentuale di positivi è calata di un punto al 16 per cento e le terapie intensive sono scese da 192 a 183. Con i dati di ieri calano i decessi da 40 a 24, le terapie intensive sono pressoché stabili e si registrano 73 ricoveri per un totale di 2080. Infine, sempre ieri l’indice Rt assoluto scende per la prima volta da settimane a meno di 1 (0,98). Attenzione però, si tratta del valore calcolato su tutti i positivi e non sui soli sintomatici che l’Istituto superiore di sanità utilizza come correttore del valore assoluto di questo parametro. A considerare il numero dei sintomatici rispetto ai positivi abbiamo che nell’ultima settimana questo valore è quasi raddoppiato andando a compensare il calo dell’Rt. 

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