Covid Campania, ospedali in affanno: libere soltanto le rianimazioni

Covid Campania, ospedali in affanno: libere soltanto le rianimazioni
di Ettore Mautone
Lunedì 5 Ottobre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 15:00
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Preoccupa la diffusione del contagio da Covid in Campania: ieri nuovo record con 412 nuovi casi. Sono 450 i malati attualmente ricoverati in ospedale, 41 in terapia intensiva, e si registra il tutto esaurito nelle unità di sub-intensiva. La ricettività della rete Covid è limitata solo alle rianimazioni. Tanti anche i malati a casa con la febbre che, al peggiorare della sintomatologia, chiedono aiuto ai medici di famiglia ancora privi di strumenti per intervenire con team multispecialistici (radiologo, infettivologo). Servono progetti per prelievi e diagnostica a domicilio per monitorare la situazione e prendere in carico una consistente fetta di malati che finisce per ingolfare il livello ospedaliero. Anche il 118 è investito da giorni da una pioggia di richieste e ieri è stato costretto a lunghi trasferimenti in ambulanza in altre province per assicurare un ricovero. Le uniche ancora libere (con una cinquantina di posti letto) sono le unità di Terapia intensiva dove però giungono solo i malati in pericolo di vita e meno richieste in questa fase dell’epidemia.
 

 

Tutta la filiera dell’assistenza Covid (medicina di famiglia, distretti, dipartimenti di prevenzione e ospedali) è in affanno. L’Unità di crisi ieri mattina ha diramato una nota a tutti i manager ribadendo la richiesta del presidente De Luca di «attivare entro 24 ore tutti i posti letto previsti dalla programmata fase C di massima intensità epidemica. Di fronte alla maggiore circolazione del virus e conseguente pressione sul servizio sanitario - si legge nella nota - è essenziale garantire la piena e completa disponibilità dei posti letto Covid programmati in Fase C». De Luca è fiducioso della tenuta degli ospedali in quanto è a conoscenza che, attualmente, sono disponibili 210 posti di terapia intensiva (41 occupati), 208 posti di semintensiva (già saturi) e 563 di degenza ordinaria per un totale di 977 posti Covid di cui circa 250 ancora da allestire. Il mandato è di «rendere pienamente operativi, entro domani, i posti letto previsti per garantire un adeguato livello di sicurezza». Così anche per i posti letto delle strutture modulari Covid-19 a Napoli, Salerno e Caserta.
 
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Sentinella della situazione è il Cotugno: la dotazione prevista dalla fase C è di 144 posti di cui 122 attivi ma tutti occupati. Le unità disponibili sono solo in Terapia intensiva. Da stamane accende i motori un intero piano del nuovo padiglione G dove sono allestiti i 22 posti che mancano all’appello. Sono tutti a pressione negativa e saranno probabilmente devoluti all’assistenza sub intensiva. Raddoppiata, intanto, anche la Rianimazione (passata da 8 a 16 posti con 5 pazienti intubati). Richiamata alle armi dunque la gloriosa unità guidata da Fiorentino Fragranza protagonista della prima ondata ma finora devoluta alla cura delle altre emergenze infettivologiche. «Siamo stati costretti a frenare gli arrivi tramite il 118 - dichiara il manager Maurizio Di Mauro - perché qui arriva tanta gente con le proprie gambe a cui non possiamo negare assistenza. Siamo pronti a convertire anche tutto l’ospedale (oltre 250 posti) all’assistenza Covid». Non va meglio all’Ospedale del mare: la fase C, per l’Asl Napoli 1, prevede ulteriori 24 posti ordinari a Napoli est (saranno aperti in questi giorni) e altri dieci di sub intensiva. Questi, insieme a quelli della Rianimazione del Loreto, non possono aprire: il personale è insufficiente. «Se crescesse l’emergenza si dovrebbe limitare qualche attività ordinaria» avverte il manager Ciro Verdoliva. Entro 15 giorni invece sarà in funzione la palazzina albergo dell’Ospedale del mare con funzioni di Covid resort per le quarantene.
 
 

Uno scenario in cui già sono raddoppiati i 16 posti previsti al Cardarelli per esigenze interne, sono partiti la metà dei 16 posti della Napoli 2 (Ischia, Pozzuoli e Frattamaggiore) e dei 39 posti del Policlinico Federico II (10 di ricovero ordinario, 9 di semintensiva e 20 di intensiva) mancano all’appello questi ultimi da far partire progressivamente secondo l’andamento dell’epidemia. Raddoppierà invece l’offerta per le donne gravide positive (4 posti non sono sufficienti visto che in lockdown si sono registrati meno di 10 casi e 23 invece solo nel mese di settembre). C’è infine la Vanvitelli che ha 11 unità da attivare entro questa settimane e quelli di intensiva dopo ristrutturazione. 
 

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