Coronavirus, capresi bloccati alle Mauritius: spiragli per il rientro in Italia

Coronavirus, capresi bloccati alle Mauritius: spiragli per il rientro in Italia
di Mariano Della Corte
Sabato 25 Aprile 2020, 13:00
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Un gruppo di italiani, tra cui una famiglia caprese, bloccato alle Mauritius. C'è un'emergenza nell'emergenza che colpisce gli italiani che dai primi di marzo sono all'estero. In molti casi si tratta di persone che si trovavano fuori per motivi di vacanza o di soggiorno temporaneo. Questa condizione riguarda anche alcune coppie, anziani, e perfino una famiglia con due bambini bloccati alle isole Mauritius, al largo dell'Oceano Indiano.

Attilia, una giovane mamma di Capri, in vacanza con il marito Genny e due bambini, racconta al Mattino le vicissitudini nella ricerca incessante di rientrare in Italia. «Siamo partiti a metà gennaio per le Mauritius. Il nostro volo di rientro era previsto a metà di marzo ma è stato cancellato come tutti gli altri a causa dell'emergenza coronavirus. Da quel momento abbiamo cercato di contattare il console onorario delle Mauritius e l'ambasciata italiana a Pretoria, in Sud Africa, e il ministero degli Esteri. Purtroppo l'unica proposta pervenutaci era quella di raggiungere Parigi il 31 marzo».
 


Qualcosa si è smosso però nelle ultime ore, grazie all'interessamento dell'ambasciata in Sudafrica e della Farnesina. Un volo Alitalia dovrebbe riportare a Roma i nostri connazionali il 29 aprile. Attilia e la sua famiglia sono nella zona di Trou aux biches, insieme ad altri italiani, coppie per lo più anziane, provenienti da diverse regioni, tra cui Campania, Veneto, Friuli, Toscana, Emilia Romagna. L'unico organo che ha cercato di sostenere questi nostri connazionali all'estero nel lungo periodo di prolungamento della loro «vacanza» è stato il CGIE (Consiglio nazionale degli italiani all'estero), un organismo di consulenza del Governo e del Parlamento per gli italiani all'estero, i cui rappresentanti sono eletti attraverso i Comites di italiani in loco. Pinna, che fa capo al CGIE in Sud Africa, ha cercato di intervenire per riportare gli italiani a casa.

Attilia racconta che le sue preoccupazioni erano diventate tante quando, con l'aumento dei casi Covid alle Mauritius, il presiedente della Repubblica Mauriziana aveva imposto un lockdown totale che si è prorogato dal 23 marzo fino ai primi di aprile con la chiusura anche di supermercati e farmacie. «Per alcuni giorni abbiamo dovuto far leva sulle scorte e per alcuni giorni siamo stati anche senza gas, che qui è rifornito tramite navi cisterna. Abbiamo potuto fare la spesa una volta che supermercati hanno riaperto, in modo contingentato e in ordine alfabetico. Sento gli altri italiani qui alle Mauritius telefonicamente anche se non possiamo incontrarci per via del lockdown. Sono preoccupata anche per il lavoro, io mi occupo delle prenotazioni di un hotel ad Anacapri da circa 20 anni e mio marito ha un laboratorio di ceramiche proprio nel centro di Anacapri».

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