Covid in Campania, nuovo record di contagi: in arrivo le prime tende da campo

Covid in Campania, nuovo record di contagi: in arrivo le prime tende da campo
di Ettore Mautone
Domenica 1 Novembre 2020, 10:00 - Ultimo agg. 16:33
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L'altra notte in Campania, in tutta la regione, i Pronto soccorso dei presidi delle Asl e i grandi ospedali, erano tutti in gravi difficoltà con decine di casi positivi al Coronavirus e necessità di ricovero. Da giorni si ripete la stessa scena e i posti letto scarseggiano con margini di capienza solo nelle unità di terapia intensiva. Ieri a fronte di un record assoluto di tamponi (quasi 21 mila) si è registrato un nuovo picco di nuovi positivi, ben 3.669 con una percentuale di casi, rispetto ai test, stabile attorno al 17,5 per cento. A preoccupare sono le richieste di nuove ospedalizzazioni (7 terapie intensive e 28 ricoveri ordinari) e anche i decessi: 210 nel solo mese di ottobre, quanti la Campania ne ha registrati tra il 6 marzo e il 7 aprile. In assenza di un freno ai nuovi contagi, pur con piccole percentuali, il virus macina esiti letali e malati in ospedale a un ritmo insostenibile dalla rete sanitaria campana. 

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Uno scenario complesso che l'Unità di crisi regionale sta affrontando su due fronti: uno volto all'attivazione di quanti più posti letto è possibile e l'altro che mira ad allestire in tempi brevissimi veri e propri ospedali da campo. Degenze da mettere in piedi con tende fornite dalla Protezione civile nazionale, riscaldate e adatte all'uso ospedaliero, dunque molto più confortevoli di quelle gonfiabili usate con scarso successo nel pre-triage sin dalla primavera scorsa. La richiesta alla presidenza del Consiglio dei ministri, (dopo una riunione in videoconferenza del 29 ottobre) è partita l'altro ieri per sei tensostrutture modulari da installare presso altrettanti ospedali.

L'obiettivo è alleggerire il sovraccarico di accessi registrati nell'ultima settimana che ha finito per paralizzare anche le attività ordinarie. L'ubicazione programmata è nei piazzali dell'ospedale di Pozzuoli (Asl Napoli 2), al Cardarelli, all'Ospedale del mare, al San Giovanni Bosco (convertito in Covid center), al San Leonardo di Castellammare e al Ruggi di Salerno. Il personale dovrebbe essere attinto ai ruoli della sanità militare. A seguito dei sopralluoghi di ieri e l'altro ieri già oggi al Cardarelli arrivano i primi moduli che saranno montati nel parcheggio retrostante il pronto soccorso per un totale di 20 posti letto. Attualmente il Cardarelli ha circa 200 pazienti ricoverati e si ritrova ogni giorno con una quarantina di malati Covid in Osservazione breve e altrettanti in arrivo nel triage e pretriage. Malati che talvolta travasano anche in aree che dovrebbero essere indenni dal virus, smistati dopo i tamponi rapidi in degenze provvisorie o nelle aree grigie dei reparti specialistici dello stesso Cardarelli per la conferma di triage. Pazienti che arrivano per sintomi riconducibili al Covid ma anche per altre patologie e poi riconosciuti positivi al tampone. Si fa sentire intanto la voce dei sindacati della dirigenza medica (Anaao e Cimo in testa) che chiede assunzioni a tempo indeterminato scorrendo tutte le graduatorie. 

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A Napoli 1 il manager Ciro Verdoliva, dopo i sopralluoghi dell'altro giorno, non è ancora pienamente convinto dell'utilizzo degli ospedali da campo ed è concentrato nel lavoro di conversione del San Giovanni Bosco. Qui l'accorpamento delle chirurgie consentirà anche di reclutare una pattuglia di anestesisti da dirottare al Loreto, dove due rianimatori da oggi vanno in pensione e che non è certo raccolgano l'invito a restare il servizio. Nel presidio di via Vespucci ci sono da aprire 20 unità di sub intensiva. Si ipotizza, con lo stesso meccanismo, (richiamo in servizio di pensionati e accorpamenti di altre strutture) di garantire l'assistenza in 55 posti letto di terapia intensiva delle strutture modulari dei prefabbricati di Napoli est pronti all'uso ma inutilizzati. Le tende andrebbero in ultima istanza a rinforzo di una rete ricettiva di malati che si vorrebbe, con queste manovre, tenere più in alto rispetto al livello degli accessi in pronto soccorso. 

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De Luca intanto è tornato sulle dichiarazioni del giorno prima relative alla scuola e alle mamme rivendicando l'impegno concreto a sostegno: «Qualcuno ha interpretato una mia battuta come non rispettosa verso le mamme costrette a fronteggiare le chiusure scolastiche. Non c'è nulla di più lontano dal mio pensiero. Abbiamo fatto di tutto per mettere in sicurezza le scuole, ho inteso solo richiamare tutti a legare ogni valutazione alla realtà del contagio nelle scuole e richiamare il Governo all'obbligo di dare immediatamente un aiuto alle tante mamme per le quali vi sono difficoltà. Sono l'unico ad aver fatto una battaglia per estendere il congedo parentale alle mamme che non hanno alternative per i loro bambini. Dunque, non solo comprensione piena e solidarietà, ma anche un impegno concreto non a parole».

De Luca ha anche provveduto alla proroga, fino al 14 novembre, delle restrizioni già vigenti per jogging, mobilità interprovinciale, coprifuoco dalle 23 alle 5 e divieto di vendita con asporto per la ristorazione (dalle 22,30) e consegna a domicilio (dalle 23).

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