Covid a Napoli, ecco come si salva il Natale a San Gregorio Armeno: varchi e numero chiuso

Covid a Napoli, ecco come si salva il Natale a San Gregorio Armeno: varchi e numero chiuso
di Paolo Barbuto
Venerdì 20 Novembre 2020, 10:30
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«Sei venuto a fare le solite domande sulla disperazione da Covid? Allora ti trovi nel posto sbagliato...», via San Gregorio Armeno, tarda mattinata di un giovedì da zona rossa. I passi sui basoli fanno rimbombare l'eco che rimbalza sulle saracinesche abbassate dei maestri pastorai; Gabriele Casillo ha un'aria sornione, ti sfida a guardare il futuro con gli occhi suoi e di tutti gli artigiani della strada più famosa del centro storico: «Se riusciamo a resistere, presto torneremo in zona gialla e la vita potrà ricominciare a fluire anche in queste strade che oggi sono desolate. Noi sappiamo che succederà presto e ci stiamo attrezzando e, se lo vuol sapere, siamo certi che il Natale riusciremo a salvarlo».

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LE EMOZIONI
Gabriele Casillo è il presidente dell'associazione Botteghe di San Gregorio Armeno, quello che durante il primo lockdown mise faccia e voce grossa per chiedere sostegno, quello che alla fine delle prime restrizioni cercò di tuonare per salvare la strada più famosa di Napoli dal disinteresse delle istituzioni, quello che oggi chiede con vigore di smettere di lanciare appelli disperati perché San Gregorio s'è rimboccata le maniche e vuole solo guardare al futuro, senza pensare che potrebbe non andare tutto bene.
Il primo passo verso i giorni della riscossa è stato l'accordo con Caffè Motta che ha sponsorizzato per un anno tutte le botteghe e non s'è tirato indietro nemmeno adesso che quel mondo di sughero creta e figurine modellate è stato rimesso n clausura.

Il secondo passo è stato un accordo con un altro gruppo artigianale, di settore totalmente diverso, quello della birra. Il birrificio artigianale napoletano ha già preparato la consueta edizione speciale natalizia, solo che nella confezione invece del solito bicchiere ci sarà un pastore di San Gregorio: «Verranno acquistati in maniera equa da ciascun artigiano - spiega Casillo - e finiranno nelle scatole regalo che avranno una confezione con la riproduzione di San Gregorio Armeno». L'iniziativa è lodevole: è il simbolo dell'unione d'intenti fra chi cerca di non mollare.

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LA FOLLA
Negli occhi dei pastorai e di tanti i commercianti dei Decumani c'è già la gente che fa shopping natalizio. Tutti sono convinti che la situazione si sbloccherà per tempo, ciascuno spiega che nulla sarà lasciato al caso nel momento in cui si potrà ripartire. Di solito questi sono i giorni in cui vengono varate le ordinanze che istituiscono il senso unico pedonale negli stretti vicoli del centro storico: una maniera per evitare che la folla diventi ingestibile. Quest'anno invece del senso unico, per i pedoni è stato già predisposto un accurato piano di contingentamento che vedrà in campo la Protezione Civile: «Si tratta di un supporto determinante che ci ha dato l'assessore comunale al commercio, Galiero», sottolinea Casillo.
Tutti gli accessi verso i decumani, da piazza San Domenico Maggiore a piazza del Gesù, da via Duomo a piazza Miraglia, saranno dotati di barriere frangifolla: ai varchi ci sarà personale della Protezione civile in collegamento radio con altro personale che sarà dislocato all'interno dell'area dei Decumani. In caso di eccessivo affollamento scatteranno le procedure di alleggerimento, i varchi verranno temporaneamente chiusi e le persone invitate a pazientare mantenendo le distanze oppure a ripassare dopo qualche minuto. Quando il caos sarà scemato le barriere verranno riaperte.
Non ci saranno le consuete bancarelle natalizie che quest'anno sarebbero state ospitate in eleganti casette di legno che avrebbe offerto Enzo Albertini, il patron della Napoli Sotterranea («Il progetto è solo rinviato, lo faremo l'anno prossimo», sorride Albertini), però l'idea di creare un momento di inaugurazione c'è: «Stiamo pensando di fare qualcosa per l'otto dicembre, giorno in cui questa zona inizia a diventare il fulcro del passeggio natalizio - sorride Casillo - dobbiamo confrontarci con gli esperti, però. Deve essere qualcosa che non crei problemi con l'emergenza sanitaria».

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