Corte d'Appello di Napoli, blitz del Csm nel distretto: «Ora lo sprint per le nuove nomine»

«Sarà avviata ogni iniziativa di competenza del Csm per garantire che i magistrati siano posti nella condizione di adempiere alla richiesta di giustizia dei cittadini»

Blitz del Csm nel distretto
Blitz del Csm nel distretto
di Leandro Del Gaudio
Venerdì 24 Marzo 2023, 11:05
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Ci sono vuoti di organico tra magistrati e personale amministrativo. Ci sono uffici di vertice che non hanno ancora una guida definitiva e che attendono nomine a stretto giro. È questo lo stato di alcuni settori della giustizia nel distretto di Corte di appello di Napoli, secondo quanto emerge dall'incontro tenuto ieri tra una delegazione del Csm e i responsabili dei principali uffici giudiziari del distretto di corte di appello.

Ore 15, sala Arengario, faccia a faccia tra il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Fabio Pinelli e i responsabili degli uffici di vertice della giustizia napoletana. Una mission che ha visto protagonisti, tra gli altri, anche i consiglieri Edoardo Cilenti, Roberto D'Auria, Tullio Morello e Mimma Miele, in un confronto interamente dedicato ad affrontare le criticità presenti negli uffici giuduziari napoletani. 

Si legge in una nota diramata da Palazzo dei Marescialli: «Sarà avviata ogni iniziativa di competenza del Csm per garantire che i magistrati siano posti nella condizione di adempiere alla richiesta di giustizia dei cittadini».

Durante la riunione sono state illustrate a Pinelli - scrivono - le condizioni degli uffici, «in modo particolare le carenze di organico, circostanza che rende difficile garantire un'ordinata attività giudiziaria».

Ma prima di entrare nel merito delle singole criticità, conviene fare un focus su quali sono le nomine più attese nel distretto. Al momento, il Csm dovrà affrontare la nomina della Procura di Napoli, di Nola e di Santa Maria Capua Vetere: dovranno essere convocate le audizioni dei candidati e selezionati i curriculum ritenuti più adatti alla guida dei tre uffici inquirenti. Decisioni complesse per le quali questo Csm potrebbe non accettare le indicazioni (e le proposte) avanzate nella precedente consiliatura e riportare la partita nella commissione incarichi direttivi.

A prendere la parola, ieri pomeriggio, è stata la procuratrice reggente Rosa Volpe, che aveva indirizzato una nota al Csm. Sul tappeto, si è discusso della necessità di adeguare gli uffici alle esigenze della riforma Cartabia, che impone di svolgere un monitoraggio di alcuni fascicoli, a partire dalla data di iscrizione degli indagati per finire al rischio prescrizione. Un check che, con la nuova legge, non viene più condotto ogni quattro mesi, ma diventa settimanale, con inevitabile sovraccarico di lavoro sull'intera macchina organizzativa. Altro punto critico riguarda invece il processo telematico, che presuppone conoscenze e strumenti informatici che - sembra emergere - non sono ancora a regime nell'ufficio napoletano.

Carenze di organico, dunque, un tema sentito anche per quanto riguarda la necessità di nominare almeno tre figure di aggiunto per la Procura di Napoli. È un intero mondo lavorativo che viene passato al setaccio, anche alla luce di quanto richiesto dalla riforma Cartabia. Si legge nella nota della procuratrice di Napoli al Csm: «L'assenza di una specifica modifica del Sicp-regeWeb renderà estremamente difficile, se non impossibile, per questo ufficio, fornire alla Procura generale le informazioni previste dal decreto legislativo con riguardo agli obblighi comunicativi settimanali». 

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È un altro punto che dovrebbe garantire una maggiore efficacia e speditezza dei procedimenti aperti a Napoli: è il cosiddetto filtro predibattimentale, che necessita però di affrontare alcuni gap tecnici. Di cosa parliamo? Siamo di fronte all'ormai atavica transizione tra il fascicolo cartaceo e quello digitale. Si legge nella nota indirizzata al Csm: «Non si è proceduto all'aggiornamento del sistema Tiap, con il risultato di imporre, all'atto dell'esercizio dell'azione penale e della richiesta per l'udienza predibattimentale, la stampa dei fascicoli - che secondo le indicazioni del Ministero sono completamente digitalizzati -, con la impossibilità di consultazione del fascicolo del pm in udienza per non essere stata completata la cablatura delle aule e per essere le dotazioni informatiche (specie quelle in uso ai Vpo) obsolete». 

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